Milano
Urbanistica, la maxi-inchiesta milanese si allarga: indagini anche per turbativa d'asta
Secondo la Procura di Milano, dalle chat tra Catella, Tancredi e il dg Malangone emergerebbero “condotte gravemente indizianti” di una spartizione organizzata di aree e immobili del patrimonio comunale

Urbanistica, la maxi-inchiesta si allarga: indagini anche per turbativa d'asta
La maxi inchiesta sull’urbanistica milanese si allarga. Oltre ai filoni su corruzione e lottizzazione abusiva, la Procura di Milano indaga ora anche per turbativa d’asta. L’accusa riguarda presunte irregolarità nell’aggiudicazione di immobili e aree del patrimonio comunale, tra cui gli ex scali ferroviari, piazzale Loreto e diversi edifici di pregio.
Il nuovo capitolo dell’indagine emerge dal ricorso in Cassazione depositato dai pubblici ministeri Petruzzella, Filippini e Clerici, del pool coordinato dall’aggiunta Tiziana Siciliano, contro la revoca degli arresti domiciliari disposta ad agosto per Manfredi Catella, ceo di Coima.
Le chat tra Catella, Tancredi e Malangone
Nel ricorso i magistrati parlano di “nuovi elementi di prova” contenuti nelle chat tra Catella, Giancarlo Tancredi (ex assessore alla Rigenerazione urbana) e Christian Malangone (direttore generale del Comune di Milano), che sarebbero “gravemente e precisamente indizianti di condotte di turbativa d’asta”. Secondo l’accusa, Catella avrebbe ottenuto condizioni urbanistiche “illegittime”, da lui stesso “pretese e dettate” a Tancredi e Malangone, per aggiudicarsi immobili del patrimonio comunale.
La “spartizione organizzata” delle aree pubbliche
Gli approfondimenti investigativi svolti tra novembre 2024 e agosto 2025 – spiegano i pm – avrebbero disvelato un “fenomeno collaterale di spartizione organizzata” delle aree e degli immobili comunali e di altri enti. L’inchiesta ruoterebbe anche attorno ai pareri della Commissione Paesaggio, cui partecipavano Luca Scandurra, ex componente, e Oggioni, ex dirigente comunale, insieme ad altri indagati.
Gli immobili al centro dell’indagine
Dalle carte emerge che Catella si sarebbe aggiudicato immobili comunali in largo De Benedetti, via Messina 53, via Cenisio e via Messina 50, aree oggetto di due diligence e studi di fattibilità affidati poco prima a Scandurra. Le trattative tra Coima e Scandurra per tali incarichi sarebbero iniziate a febbraio 2022, quattro mesi prima della pubblicazione del bando comunale, e concluse tra settembre 2022 e ottobre 2023.
Il ricorso dei pm: “Il Riesame ha smontato l’orologio”
Nel ricorso di 36 pagine, la Procura ricostruisce i presunti episodi di corruzione, conflitti d’interesse e violazioni di legge, contestando al Tribunale del Riesame di aver ignorato il quadro complessivo del “sistema”. Secondo i magistrati, il Riesame avrebbe condotto una “disanima atomistica” dei fatti, “giustificando a prescindere tutte le condotte di Catella e Scandurra” e “smontando l’orologio per dimostrare che nessun singolo ingranaggio è un orologio”. Il prossimo 12 novembre la Cassazione esaminerà le posizioni di Scandurra, Catella, Bezziccheri, Marinoni, Pella e Tancredi, tutti coinvolti a vario titolo nel procedimento. Per alcuni di loro pendono anche misure interdittive per corruzione.












