Urbanistica, il sindaco Sala chiamato a testimoniare: "Sorpreso, ma ben lieto di dire la mia" - Affaritaliani.it

Milano

Urbanistica, il sindaco Sala chiamato a testimoniare: "Sorpreso, ma ben lieto di dire la mia"

Nel processo per abuso edilizio e lottizzazione abusiva relativamente al progetto Torre Milano la giudice ammette tra i testimoni anche le ex ministre Dadone e De Micheli

di redazione

Urbanistica, il sindaco Sala chiamato a testimoniare sul caso Torre Milano

Il sindaco di Milano, Giuseppe Sala, sarà chiamato a testimoniare nel processo scaturito da una delle inchieste più delicate sull’urbanistica milanese degli ultimi anni. La decisione è arrivata oggi in aula dalla giudice Paola Braggion, nel corso della seconda udienza del procedimento che vede imputate otto persone, tra imprenditori, tecnici, dirigenti ed ex dirigenti del Comune, accusate di abuso edilizio e lottizzazione abusiva. Lo riporta l’Ansa.

Sala: "Sorpreso ma ben lieto di dire la mia"

 "Il fatto di dover testimoniare" in uno dei processi scaturiti dalle indagini della Procura di Milano su presunti abusi edilizi "e' una sorpresa ma sono ben lieto perche' io su questa faccenda voglio solo continuare a dire la mia". Lo ha detto il sindaco di Milano Giuseppe Sala. La situazione delle famiglie, ha aggiunto, "e' un tema, stiamo cercando di fare il possibile in un intrigo legislativo piuttosto complicato".

Milano: al centro del processo un grattacielo da 24 piani

Il procedimento riguarda la realizzazione di Torre Milano, un edificio residenziale di 24 piani completato nel 2023 in via Stresa. Secondo l’accusa, il progetto sarebbe stato presentato e approvato come una “ristrutturazione edilizia” e non come una nuova costruzione, aggirando così le norme su volumetrie e piani attuativi. A firmare l’impianto accusatorio i pm Marina Petruzzella, Paolo Filippini e Mauro Clerici.

Gli imputati e le accuse

Tra gli otto rinviati a giudizio figurano i costruttori Stefano e Carlo Rusconi (Opm), l’architetto Gianni Maria Ermanno Beretta (progettista e direttore dei lavori), e alcuni ex funzionari comunali, tra cui Giovanni Oggioni, già ai domiciliari per corruzione in un altro filone d’inchiesta, Franco Zinna ed ex tecnici dello Sportello Unico Edilizia. Il reato di falso, contestato a Beretta, è già prescritto. L’abuso d’ufficio, invece, è stato cancellato dalla recente riforma voluta dal ministro Nordio.

Le parti civili e il contesto politico

Non è il Comune di Milano, parte offesa nel processo, a costituirsi parte civile, bensì una cittadina rappresentata dall’avvocata Antonella Forloni, già attiva in un comitato contrario alla costruzione del grattacielo. Secondo quanto denunciato, l’edificio avrebbe comportato gravi disagi ambientali, tra cui “due ore di luce in meno al giorno”. Le indagini sulla gestione urbanistica meneghina hanno negli ultimi anni portato allo stop di vari cantieri e acceso uno scontro politico sulla legittimità degli interventi edilizi. Da qui anche la proposta – mai approvata – della norma ‘Salva Milano’.

La linea difensiva degli imprenditori: “Buona fede” e responsabilità del Comune

Le difese puntano su un principio: gli imprenditori si sarebbero mossi in buona fede, sulla base delle indicazioni fornite dagli uffici comunali. In quest’ottica, la testimonianza del sindaco Sala – citato dalle difese, così come le ex ministre Fabiana Dadone e Paola De Micheli – assume un valore centrale. Il primo cittadino, che ha sempre difeso l’operato dei suoi dirigenti, sarà chiamato a chiarire la linea adottata dalla giunta nell’interpretazione delle norme urbanistiche.

La prossima udienza potrebbe già stabilire il calendario delle deposizioni. Intanto, il processo si intreccia con le polemiche sulla gestione edilizia a Milano e con le ombre che hanno investito, seppur indirettamente, l’amministrazione in carica. La testimonianza del sindaco promette di essere un passaggio cruciale, non solo per gli imputati, ma anche per l’immagine politica di Palazzo Marino.

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