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Milano
Vasile: Consiglio comunale "machista". Botta e risposta su Affari

Palazzo Marino? Consiglio "machista". La stucchevole polemica di Vasile

di Fabio Massa

Luigi Amicone è entrato alle 16.30, orario di inizio della seduta, ed è andato via alle 21.37. Alice Arienta si è assentata dalle 19.14 alle 22.00. Comazzi è entrato alle 18 e se ne è andato alle 20. Alessandro De Chirico era in Sardegna con la famiglia, anniversario di matrimonio e voli prenotati secoli fa. La Gelmini è entrata alle 16.40 ed è uscita due ore e 5 minuti dopo. Marcora ha fatto 3 ore di consiglio. Luigi Pagliuca 15 minuti in più. Ecco, poi ci sono tutti gli altri. C'è chi si è fatto dalle 16.30 alle 6.14 di mattina in consiglio comunale e chi no  (QUI LA LISTA COMPLETA Vai al file). Perché la notte a Palazzo Marino? Perché la legge (si badi bene, la legge) consente alle opposizioni di fare ostruzionismo, che di fatto dunque è un modo di fare opposizione. E loro, le opposizioni, l'hanno fatto. Tra gli assenti c'è Angelica Vasile. La Vasile è stata eletta nelle fila del Pd. Donna di indubbia cultura, ha fatto un post su Facebook con una foto nella quale sono ritratti il figlio piccolo e il compagno. Accompagnata da questo testo: "Queste sono le uniche ragioni per cui valga la pena fare la notte in bianco. Vederli felici. Discutere 500 emendamenti in aula facendo la notte in bianco in Consiglio? No, non ne vale la pena! Una prova di forza fisica (poco mentale dal livello degli interventi) che appartiene ad un retaggio machista della politica che va cambiato! Oggi il consiglio comunale è convocato dalle 15.30 a mezzanotte. E perché non dalle 9 alle 18.30? Per consentire a chi ha un lavoro di andare al lavoro (quindi non considerare quello del consigliere comunale un lavoro) e per non consentire a donne incinte o neo mamme o neo papà di stare con la famiglia. Andiamo avanti di questo passo e la politica la farà solo chi ha già un altro lavoro e chi non ha una famiglia (oppure sono già tutti abbastanza grandi). Voglio una politica accogliente, inclusiva, che si prende cura. Non una politica basata sul celodurismo quello resta il motto della Lega di Bossi. Non il mio". Dunque, secondo la consigliera Vasile, il consiglio non dovrebbe essere convocato di notte, ma di giorno. Magari dalle 9 alle 18.30. Altrimenti come si fa con i figli? Effettivamente, ora che mi sovviene, le tanti valenti colleghe giornaliste che hanno fatto le nottate elettorali (anche là, politica), come facevano con i figli? E le guardie giurate neopapà? Certo che i ladri potrebbero andarsene in giro di giorno. Un po' come i delinquenti, per le poliziotte e per i carabinieri (neopapà, perché se hai i figli grandi di diritti non ne hai). Che società machista, questa. Di questo passo le giornaliste, le poliziotte, le guardie giurate e i carabinieri papà potranno farlo solo quelli che hanno un altro lavoro. Quale, non è dato di saperlo. Forse. O forse se la Vasile pensa che sia meglio starsene a casa con la famiglia invece di sostenere la maggioranza a fronte di un meccanismo legittimo dell'opposizione, magari il lavoro l'ha sbagliato lei.

fabio.massa@affaritaliani.it

Riceviamo e pubblichiamo la replica della consigliera Angelica Vasile:

Caro Fabio,

In primis, vorrei ringraziarti per avermi dato la possibilità di replica e di spiegare la mia posizione.I punti che ho voluto sollevare con il mio post sono diversi:1- l'utilità di convocare le sedute fiume2- gli orari ai quali sono convocati i consigli comunali 3- la difficoltà di mantenere il numero legale in aula.Parto dall'ultimo punto dicendo che, secondo me, alcune regole vanno cambiate.Quali?Per esempio quella che non prevede la possibilità  di abbassare il numero legale d'aula in caso di malattia grave, maternità e paternità di una/un consigliere.

A tal proposito vorrei ricordare che il congedo di maternità è un periodo di astensione obbligatoria dal lavoro per la madre di 5 mesi. Per molte delle categorie di lavoratori che hai citato questo congedo è un diritto, per noi consiglieri comunali no.

Sul secondo punto: da mesi con alcune colleghe si è provato a ragionare e chiedere l'anticipo del consiglio comunale di un'ora così da poter concludere le sedute ad un orario che consenta a tutti, uomini e donne di dedicarsi alle proprie famiglie.

Infine, sul primo punto: è una mia personale opinione, ho l'impressione che la politica si basi su regole un po' antiche che non contemplano la possibilità di conciliare la famiglia e il dovere di noi ammistratori locali.

Intendiamoci, io amo il mio lavoro (anche se lo Stato non lo considera propriamente un lavoro non riconoscendoci né la malattia né alcun tipo di indennità) e sono consapevole che in tanti e tante prima di me hanno sacrificato giorni e notti in nome della politica.

Io però sollevo un dubbio: "siamo sicuri che le regole dentro le quali ci muoviamo siano le migliori?"

Confontiamoci, parliamone! Forse non ho sbagliato lavoro ma è solo l'inizio per un cambiamento per questo bellissimo, complicato e strano "lavoro" che è quello del consigliere comunale.

Grazie e a presto!

Angelica Vasile

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