Orrore in una Rsa del Milanese: un infermiere ha ripetutamente violentato due anziane ospiti. VIDEO - Affaritaliani.it

Milano

Ultimo aggiornamento: 14:20

Orrore in una Rsa del Milanese: un infermiere ha ripetutamente violentato due anziane ospiti. VIDEO

Arrestato un 46enne residente a Parabiago, che lavorava nella casa di riposo della cittadina. E' accusato di maltrattamenti e violenza sessuale

di Roberto Servio

Orrore in una Rsa del Milanese: un infermiere ha ripetutamente violentato due anziane ospiti

Nella mattinata del 23 dicembre un infermiere di 46 anni, di origine peruviana e residente a Parabiago, è stato posto agli arresti domiciliari con l’accusa di maltrattamenti e violenza sessuale ai danni di alcuni ospiti di una Rsa della stessa città. Il provvedimento è stato disposto dalla Procura di Busto Arsizio ed eseguito dai carabinieri della Compagnia di Legnano.

L’indagine è partita lo scorso ottobre dalla denuncia presentata ai carabinieri dai familiari di un’anziana donna di 82 anni, completamente non autosufficiente e residente nella struttura. I parenti avevano segnalato la presenza di segni sospetti sul corpo della donna, compatibili – secondo quanto riferito – con possibili episodi di violenza fisica risalenti ai mesi precedenti.

Dopo i primi accertamenti, i carabinieri della Sezione Operativa del Nucleo operativo e radiomobile di Legnano, coordinati dalla Procura, hanno avviato un’attività investigativa più approfondita, che ha incluso anche controlli e attività tecniche all’interno della Rsa. Gli elementi raccolti hanno delineato, secondo gli inquirenti, un quadro di particolare gravità.

 

L'infermiere accusato di ripetuti episodi di violenza sessuale e maltrattamenti

Le indagini hanno portato a individuare forti indizi di colpevolezza a carico dell’infermiere, dipendente della struttura, ritenuto responsabile di ripetuti episodi di violenza sessuale e maltrattamenti nei confronti di due ospiti della Rsa. Condotte che, sempre secondo quanto emerso, si sarebbero verificate quasi sempre in momenti in cui l’indagato era solo con le vittime, approfittando della loro totale incapacità di difendersi e di autodeterminarsi.

Un contesto che ha portato la Procura a chiedere e ottenere la misura cautelare degli arresti domiciliari, ritenuta necessaria per interrompere condotte considerate di estrema gravità e tutelare le persone offese.

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