Milano
Violi (M5S) replica a Calenda: "Decidesse da che parte stare. I Riformisti? Più sigle che voti"
Il presidente del M5S Lombardia Dario Violi risponde agli attacci del leader di Azione: "Applaude Meloni e attacca il campo progressista. E lui sarebbe affidabile? Ha più credito di quello che rappresenta in termini di voti. Come i Riformisti". L'intervi

Violi (M5S) replica a Calenda. E su Milano rilancia: "Se c'è un'idea di sviluppo diversa, noi ci siamo"
"Invece di parlare sempre, Calenda decidesse da che parte stare. Ricordiamo che già in Lombardia ha fatto di tutto per far vincere Fontana e la destra sostenendo Moratti…". Il presidente del M5s Lombardia Dario Violi risponde così agli attacchi del leader di Azione. "In tre anni questo governo non ha fatto un provvedimento degno di nota ma Calenda pensa a noi" aggiunge il pentastellato, che rimanda al mittente anche le speculazioni su potenziali dissidi che potrebbero nascere nel centrosinistra quando a livello nazionale ci sarà da scegliere un candidato premier: "Conte non vuole farlo a tutti i costi, è una persona intelligente". E comunque "abbiamo fatto una scelta di campo ben precisa e sappiamo che in una coalizione si discute insieme di tutto, anche dell'eventuale leadership".
Quanto a Milano, dove Azione dialoga anche con Forza Italia, se a centrosinistra "c'è un'idea di sviluppo diversa, con l'ambiente e l'urbanistica che vanno di pari passo, noi ci siamo" ma "valuteremo in base ai programmi e non accetteremo tutte le condizioni". Poi "se si sceglie di inseguire qualche riformista...hanno più sigle che voti ma pretendono di comandare". L'intervista di Affaritaliani.it Milano.
Violi, Calenda continua a pensare che il M5s sarà un problema per il centrosinistra.
Intanto va detto che gli danno più credito di quello che rappresenta in termini di voti. E questo vale anche per i riformisti. Hanno un paio di leaderini sostenuti da qualche industriale ma sono cespugli figli del loro ego. Se a noi, a livello mediatico, dessero lo spazio che danno a loro, saremmo sempre sulle prime pagine. Calenda in giro per l'Italia già si sta collocando con il centrodestra e in Lombardia ha fatto di tutto per far vincere Fontana sostenendo Moratti che dopo tre minuti è rientrata in Forza Italia. Continua ad applaudire Giorgia Meloni e ad attaccare il campo progressista. E lui sarebbe affidabile?
Si parla sempre di campo largo. Oggi c'è l'esigenza a sinistra di mettersi insieme su un paio di temi fondamentali e lasciar perdere i distinguo?
Non amo le ammucchiate, ci vuole chiarezza di intenti. Ma noi abbiamo fatto la scelta precisa di posizionarci nel campo progressista. Guardiamo alla tutela dei diritti, ai più fragili, al sostegno delle Pmi. Il centrodestra è sfasciato su tutto ma quando fanno le nomine poi si distribuiscono il potere. Questo lo eviterei. Ma tenere insieme le forze che si riconoscono in determinate battaglie è fondamentale.
Chi non vuole, poi, non è mica obbligato…
In Italia la produzione industriale arretra da quasi tre anni eppure Calenda ci attacca parlando ancora di superbonus e reddito di cittadinanza. Ma quali sono le loro proposte? Questo governo non ha fatto una misura degna di questo nome in tre anni. Avevano promesso il taglio delle accise, l'abolizione della Fornero e il blocco navale e invece stanno facendo una sanatoria a mezzo milione di immigrati. Si sono rimangiati tutto, eppure c'è chi insiste nel guardare a noi. Il M5s, anche con maggioranze diverse, negli anni ha mantenuto tante promesse portando a casa diversi punti del programma. Di Calenda, invece, ricordiamo solo i disastri al Mise dove non è riuscito a risolvere nemmeno un tavolo di crisi, a cominciare dall'Ilva.
Azione su Milano pensa anche al centrodestra. Che ne pensa del dibattito in corso?
Sui territori non abbiamo obblighi. A Bergamo siamo andati da soli, a Brescia in coalizione e a Pavia governiamo col centrosinistra e abbiamo un bravissimo assessore riconosciuto da tutti. Non abbiamo uno schema fisso, ma guardiamo in base ai programmi. Se c'è un'idea di città diversa, viste anche le battaglie che abbiamo fatto sul Salva Milano e su San Siro, con una concezione dell'urbanistica che va di pari passo con la tenuta ambientale e con la classe media che viene rimessa al centro, allora si può fare e noi ci siamo.
Insomma, avanti sulla vostra strada ma senza rincorrere nessuno.
Sicuramente non dobbiamo accettare tutte le condizioni. Ma noi abbiamo già fatto a livello regionale un lavoro ben delineato e ci collochiamo in un'area precisa. Ci sono dei temi che abbiamo messo al centro ma il dibattito è aperto. Poi se si sceglie di seguire qualche riformista...hanno più sigle che voti e pretendono di comandare. Così non funziona.
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