Auto e Motori
Il mito Maserati vacilla: vendite giù e strategie sbagliate, il marchio è in trappola
Il primo semestre 2025 certifica la crisi di Maserati: vendite in calo, gamma poco competitiva e strategie che non convincono



















Maserati è in difficoltà. I numeri diffusi da Milano Finanza sul primo semestre 2025 raccontano di ricavi dimezzati a 369 milioni di euro, consegne scese a 4.200 unità
e perdite operative in aumento fino a 140 milioni di euro. È una fotografia che pesa come un macigno, ma che non può essere spiegata soltanto con la crisi dell’automotive o con la guerra commerciale voluta da Donald Trump.
La verità è che il Tridente si trova al centro di una tempesta perfetta, frutto non solo delle condizioni di mercato ma anche di scelte industriali e commerciali che negli ultimi anni hanno lasciato la gamma scoperta e poco competitiva.
Il SUV Grecale, nato per fare i volumi e sfidare rivali come Porsche Macan e BMW X3, non ha mantenuto le promesse. Il posizionamento incerto, i prezzi alti e il ritardo nella versione elettrica hanno limitato il suo impatto commerciale. Anche Levante, il grande SUV che nel 2016 aveva segnato l’ingresso di Maserati in un segmento fondamentale, oggi appare superato. A fine ciclo, privo di vere versioni ibride o elettrificate, non riesce più a competere con Cayenne o Range Rover.
Le berline storiche, Ghibli e Quattroporte, resistono quasi solo come simboli. La domanda globale per questo tipo di vetture è crollata e senza un vero rilancio elettrico o ibrido i due modelli sono ormai marginali. Rimangono le sportive, come MC20 e GranTurismo, capaci di suscitare emozioni e di tenere alto il prestigio del marchio. Ma si tratta di prodotti di nicchia, destinati a volumi ridottissimi, incapaci di cambiare i conti economici.Maserati vive così un paradosso: un marchio con un heritage unico e un potenziale enorme, che però si ritrova con una gamma corta, poco allineata alle richieste del mercato e priva di un modello realmente trainante.
Stellantis sembra voler tenere insieme due strategie opposte: da un lato rilanciare la tradizione con sportive manuali senza elettrificazione, destinate a pochi puristi; dall’altro avviare il piano Folgore sull’elettrico, che però procede a rilento e senza la forza necessaria per competere con rivali tedeschi e britannici.
Il rischio è evidente: restare schiacciata tra il passato e il futuro, senza un’identità chiara. In un settore dove Porsche, BMW e persino marchi emergenti cinesi stanno investendo pesantemente in elettrificazione e digitalizzazione, Maserati continua a muoversi tra operazioni d’immagine e ritardi industriali.
La crisi del primo semestre 2025, con ricavi in caduta e consegne in rosso, non è quindi un semplice incidente di percorso. È il segnale di un problema strutturale. O Stellantis deciderà di ridare davvero competitività al Tridente con una gamma rinnovata e coerente, oppure Maserati rischia di trasformarsi in un marchio da boutique, affascinante ma irrilevante su scala globale.