Pacchetto Auto, ANFIA: "Misure poco risolutive per la competitività" - Affaritaliani.it

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Ultimo aggiornamento: 09:43

Pacchetto Auto, ANFIA: "Misure poco risolutive per la competitività"

ANFIA accoglie il taglio dei target CO2 al 90%, ma avverte: i vincoli su acciaio verde e biocarburanti dopo il 2035 rischiano di frenare il settore.

Di Ludovica Irace

L'approvazione definitiva da parte della Commissione Europea delle nuove misure del pacchetto automotive rappresenta un segnale che ANFIA accoglie con un misto di soddisfazione e cautela.

L’analisi dei testi conferma una revisione della traiettoria di decarbonizzazione: valutiamo positivamente la previsione di ribassare i target di riduzione della CO2 dal 100% al 90% per le auto entro il 2035, con una tappa intermedia nel 2030 che vede l'obiettivo scendere dal 50% al 40%. Anche per i veicoli commerciali leggeri, la soglia al 2035 viene fissata al 90%.

Questa riduzione è importante non solo per i numeri, ma per il principio che sottende: offre ai costruttori, nei prossimi anni, la possibilità concreta di raggiungere gli obiettivi ambientali con il contributo di più tecnologie. Si apre così, finalmente, uno spiraglio verso quel concetto di neutralità tecnologica che come Associazione abbiamo sempre indicato come la via maestra per una transizione sostenibile. Tuttavia, l'entusiasmo deve essere ponderato.

Le incognite burocratiche del dopo 2035

Se i target rivisti offrono respiro, i meccanismi previsti per il periodo successivo al 2035 destano in ANFIA forti perplessità. Il rischio concreto è di vanificare gli sforzi fatti. Dal 2035, infatti, dovrebbe scattare l'obbligo di compensazione per il 10% di riduzione residua. Qui la normativa diventa complessa: la riduzione dovrà essere contabilizzata attraverso l'utilizzo di acciaio verde (con un tetto massimo fissato al 7% del target) e quote di carburanti rinnovabili per i veicoli non elettrici (con un limite massimo del 3%).

Riteniamo che il rischio sia molto alto. Bisognerà analizzare e valutare nel dettaglio l’applicabilità tecnica e gli impatti reali di queste flessibilità. L'introduzione di tetti percentuali così rigidi su materiali e vettori energetici specifici potrebbe trasformarsi in un ostacolo burocratico piuttosto che in una leva di sviluppo, limitando di fatto le opzioni disponibili per decarbonizzare il parco circolante.

Incentivi mirati: bene le city car e le flotte

Analizzando i dettagli tecnici del pacchetto, ANFIA nota elementi positivi mirati a segmenti specifici. Nell'ottica di stimolo alla diffusione della mobilità elettrica, valutiamo con favore la maggiore valorizzazione delle auto piccole, che avranno un coefficiente di calcolo pari a 1.3. È un segnale importante per mantenere accessibile la mobilità privata e sostenere la produzione di segmenti chiave.

Bene anche la definizione di obiettivi specifici per le flotte aziendali e la proposta di flessibilità sulle sanzioni per i veicoli pesanti. Su quest'ultimo punto, tuttavia, il nostro auspicio è che si vada oltre la flessibilità temporanea: serve una revisione anticipata del Regolamento 2019/1242, per allineare le normative alla realtà tecnologica del trasporto merci.

Made in EU: timidi passi verso la tutela della filiera

Un aspetto politicamente rilevante è la comparsa delle prime indicazioni sul “local content” e sul concetto di “made in European Union”. È un riconoscimento che ANFIA attendeva: la transizione ecologica non può prescindere dalla sovranità industriale. Auspichiamo che le diverse implementazioni attuative del prossimo Industrial Accelerator Actpossano trasformare queste intenzioni in impatti positivi concreti sulla filiera produttiva, evitando che l'Europa diventi solo un mercato di importazione.

Un pacchetto ancora insufficiente per il mercato

Nonostante alcune aperture, il giudizio complessivo di ANFIA non può essere di piena soddisfazione. Nel complesso, non possiamo che ritenere il pacchetto poco risolutivo dei problemi strutturali di mercato. Le misure appaiono poco incisive rispetto alle tanto annunciate intenzioni di rafforzare la competitività dell’industria europea.

La sensazione è che manchi ancora una visione d'insieme potente per sostenere i nostri campioni nazionali durante la transizione. Ringraziamo il Governo Italiano e gli eurodeputati che stanno portando avanti insieme a noi le istanze necessarie, e confidiamo che, nell’iter legislativo, Parlamento Europeo e Consiglio possano assumere posizioni più nette e vicine alle reali esigenze che la transizione del settore automotive ha messo in evidenza.