Strategia Renault: piattaforma multi-energia per l’Europa - Affaritaliani.it

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Ultimo aggiornamento: 08:29

Strategia Renault: piattaforma multi-energia per l’Europa

A Parigi il CEO Fabrice Cambolive conferma che Renault studia una nuova piattaforma elettrica compatta e media predisposta anche a plug-in hybrid e range extender.

di Giovanni Alessi

Renault non vuole farsi trovare scoperta se la corsa all’elettrico puro rallentasse.

Lo ha detto chiaramente il CEO del marchio, Fabrice Cambolive, anticipando che il gruppo sta lavorando per aggiungere capacità ibride plug-inalla sua futura piattaforma elettrica per i segmenti compatto e medio. Non si tratta di un semplice affinamento tecnico, ma di una possibile svolta strategica: una base BEV-first, pensata innanzitutto per le auto a batteria, progettata però fin dall’inizio per accogliere anche motori plug-in hybrid o range extender.

L’idea è stata raccontata in dettaglio a testate britanniche come Auto Express, dove Cambolive ha parlato di una “dedicated BEV platform” che potrebbe essere “completata” da estensioni come range extender o plug-in hybrid, nel caso in cui l’adozione dell’elettrico non procedesse secondo le attese.

Una nuova base per le prossime Mégane e Scénic

Questa nuova architettura sarà destinata a modelli familiari di segmento C come le future Mégane e Scénic, oggi proposte solo in versione E-Tech Electric. L’obiettivo di lancio viene indicato intorno al 2030, con una prima ondata di nuovi modelli che andrà a completare gli otto annunciati nel piano “Renaulution”

In concreto, la piattaforma elettrica lavorerà con batteria nel pianale, architettura ottimizzata per efficienza e software di nuova generazione, ma sarà ingegnerizzata in modo da poter ospitare unità plug-in hybrid o sistemi range extender. Quest’ultima soluzione, già vista in passato su altri marchi, prevede un’auto a trazione elettrica in cui il motore termico lavora solo come generatore per ricaricare la batteria, estendendo l’autonomia senza rinunciare alla guida in elettrico.

Per i clienti europei potrebbe significare, tra qualche anno, una Mégane o una Scénic capaci di scegliere tra versione 100% elettrica, full hybrid e varianti plug-in o range extender, a seconda di mercati, incentivi e infrastrutture di ricarica.

Dal “solo full hybrid” alla carta di riserva plug-in

Questa apertura alle plug-in hybrid colpisce anche perché arriva dopo una fase in cui Renault sembrava aver chiuso la porta a questa tecnologia. All’inizio del 2025, interviste e dichiarazioni riportate da media come The Sun ricordavano come il gruppo avesse deciso di “puntare sul full hybrid” come soluzione più semplice per offrire bassi consumi senza chiedere ai clienti l’impegno della ricarica alla spina, con la Rafale E-Tech 4x4 come unica vera PHEV di gamma.

Oggi il messaggio è diverso, ma non opposto: la nuova piattaforma multi-energia resta pensata con l’elettrico al centro, mentre le opzioni plug-in e range extender diventano una sorta di “polizza assicurativa” contro l’incertezza del mercato. Se la domanda di auto elettriche dovesse crescere più lentamente del previsto, Renault avrebbe già una base pronta per offrire più combinazioni di motori elettrificati, senza dover ripartire da zero con una piattaforma termica tradizionale.

In parallelo, il costruttore continua a far evolvere la famiglia E-Tech full hybrid su modelli come Clio, Captur, Arkanae Rafale, rafforzando quell’idea di “ponte” tra motori termici e futuro elettrico che Cambolive ha spesso indicato come chiave per il mercato europeo.

Multi-energia sì, ma con obiettivo 2030 ben chiaro

La mossa si inserisce in un quadro più ampio: già nel 2021, al lancio della strategia “Nouvelle Vague”, Renault aveva annunciato l’ambizione di diventare il marchio “più verde d’Europa” entro il 2030, con nove auto su dieci elettrificate.A distanza di qualche anno, i numeri delle vendite EV e le incertezze normative stanno imponendo ai costruttori una maggiore flessibilità.

Da qui la scelta di una piattaforma elettrica predisposta per più motorizzazioni, che consenta di modulare l’offerta di auto elettriche, full hybrid e plug-in hybrid in base alle specificità di ogni paese: città con ZTL sempre più rigide, aree rurali con poca infrastruttura di ricarica, mercati dove gli incentivi cambiano da una legislatura all’altra. È una risposta industriale molto concreta a un’Europa che non procede a velocità uniforme sulla strada della decarbonizzazione.

Per Cambolive, che nelle ultime interviste ha più volte insistito sulla necessità di “offrire soluzioni diverse a clienti diversi, senza perdere di vista i costi”, la futura piattaforma rappresenta anche un modo per tenere sotto controllo gli investimenti: una sola architettura modulare, molte configurazioni possibili, una catena di fornitura che resta in larga parte europea.

Cosa significa per il mercato europeo (e per l’Italia)

Per il cliente europeo, e italiano in particolare, la notizia si traduce in una prospettiva chiara: nei prossimi anni la scelta non sarà più tra elettrico sì o no, ma tra diversi gradi di elettrificazione all’interno della stessa famiglia di prodotto. Una Mégane ibrida plug-in o con range extender potrebbe parlare a chi fa tanti chilometri e non ha ancora una colonnina sotto casa, mentre la Mégane E-Tech Electric continuerà a rivolgersi a chi vive in città e vuole muoversi solo a zero emissioni allo scarico.

È anche un segnale agli altri costruttori: dopo aver per un momento “archiviato” le plug-in hybrid, Renault le rimette sul tavolo, ma in un quadro diverso, dove la priorità resta una piattaforma elettrica moderna e competitiva, capace però di adattarsi a scenari di mercato meno lineari del previsto. In un’Europa in cui le regole cambiano rapidamente e la fiducia dell’utente verso l’elettrico procede a strappi, avere un piano B plug-in può fare la differenza tra subire il mercato o guidarlo.