Politica
Bonino e Calenda si alleano e attendono Renzi (e Berlusconi)

Nasce il gruppo parlamentare +Europa/Azione sia al Senato che alla Camera. Insieme nei sondaggi fanno oltre 5 punti e con Renzi e Berlusconi si arriva al 15%
Sono nati in Parlamento i gruppi comuni tra +Europa e Azione. Lo hanno annunciato Emma Bonino e Matteo Richetti al Senato e Enrico Costa, Riccardo Magi e Nunzio Angiola alla Camera. “Azione e +Europa sono accomunate dall’aver scelto l’opposizione intransigente al governo Conte bis, muovendo da posizioni europeiste e liberaldemocratiche antitetiche a quelle di Lega e Fdi”, hanno scritto in una nota. Si sono unite dunque due rappresentanze parlamentari sotto il vessillo +Europa/Azione/Radicali Italiani, “perché – hanno spiegato - al di là dei numeri parlamentari, intendiamo rafforzare la nostra azione politica di opposizione per una più incisiva critica al governo che sia severa ma sempre costruttiva”. “Azione e Più Europa – conclude la nota - restano impegnate a sviluppare ulteriori forme di collaborazione e coinvolgimento di movimenti e personalità del mondo riformatore, popolare, liberaldemocratico ed ecologista, per costruire un’alternativa credibile a sovranisti e populisti".
Congresso di +Europa del gennaio 2019
Un’operazione che punta non solo a mettere insieme uno sparuto numero di eletti in Parlamento per agire come un’unica entità, ma anche una mossa per guardare al futuro. Stare insieme per esistere. È questo in fondo il ragionamento dei leader delle due forze politiche, Emma Bonino e Carlo Calenda. La legge elettorale che uscirà dai lavori della commissione Affari Costituzionali, guidata dal pentastellato Giuseppe Brescia, con molta probabilità sarà licenziata definitamente con una soglia di sbarramento al 5% - sarebbe la più alta barriera che una legge proporzionale italiana abbia mai previsto – che non solo metterebbe in pericolo la presenza di +Europa e Azione nella prossima legislatura (ammesso che non crescano nei consensi nei prossimi mesi) ma anche quella di Italia Viva di Matteo Renzi.
Nonostante i tentennamenti degli ultimi tempi, l’ex premier ha accettato la condizione di uno sbarramento al 5%, in una riforma elettorale da elaborare insieme agli alleati, nei giorni dell’accordo di agosto 2019 per la nascita dell’esecutivo stesso, quando ancora si definiva un “senatore semplice” del Partito Democratico. Ma non è da escludere che nasca prossimamente una famiglia centrista allargata e costituita da Azione, +Europa e Italia Viva. Un raggruppamento di sigle come è stato Liberi e Uguali che ha messo insieme nel 2018, Articolo 1 - Movimento Democratico e Progressista, Possibile di Pippo Civati e Sinistra Italiana di Nicola Fratoianni. Alle politiche di due anni fa non andò benissimo per lo schieramento, sebbene oggi presenzino nel governo ma il raggruppamento neo-nato ha numeri promettenti (soprattutto se sommati fra di loro e letti sotto la lente della legge proporzionale. Secondo Swg, Azione di Carlo Calenda al 16 novembre vale 3,4%. Italia Viva di Matteo Renzi il 3,2%. +Europa 2,4%. Infine, se ci si volesse concedere una suggestione, Forza Italia di Silvio Berlusconi varrebbe altri 6,2 punti percentuali per un totale del 15.2%...