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Politica
Boschi: "Letta ci prende solo in giro". Botte da orbi nell'opposizione

Opposizione in allarme, ma i leader sono ancora distanti

Le opposizioni sono più che mai divise. Lo riconosce anche Maria Elena Boschi in un'intervista al Corriere della Sera. "Sì. Molto divise. Perché ci sono due opposizioni. Una è la nostra opposizione, riformista, civile, incalzante. Una è quella dei Cinque Stelle: populista, ideologica, pregiudiziale. Poi c’è il Pd che deve scegliere, non può continuare a stare nel mezzo. O con noi o con i grillini: tertium non datur".

Sul no al Pd, Boschi spiega al Corriere della Sera: "Enrico Letta ci prende in giro. L’idea di fare l’opposizione insieme il giorno dopo aver fatto tabula rasa del Terzo Polo e delle Autonomie negli uffici di presidenza è un insulto alla serietà. Letta è in una fase molto strana. Da quando ha sbagliato tutto sulla campagna elettorale, regalando cinque anni alla destra, non ne azzecca più una. E poi sinceramente non so perché dobbiamo parlare con lui se per primo ha detto che si è dimesso e arriverà un nuovo segretario. Prima Enrico lascia spazio al successore, prima capiremo che rapporti avere con il Partito democratico. Al momento non abbiamo interlocutori".

Più del nome dei ministri è quello dei ministeri a generare inquietudine in ua parte dell'opposizione. Dalla "sovranita' alimentare" alla "natalita'" passando per le "politiche del Mare", le competenze con sui la presidenze del Consiglio incaricata Giorgia Meloni ha voluto arricchire di competenze i vari dicasteri suscitano le perplessità e, i alcuni casi, le ironie degli esponenti dei partiti di opposizione.

"Dopo aver ascoltato lista, nomi e denominazioni del Governo Meloni dico ancora più convintamente opposizione, opposizione, opposizione", scrive Enrico Letta sui social network. "Nell'elenco dell'onorevole Meloni delle 'nuove' denominazioni dei ministeri mancano solo il dicastero delle Colonie e quello delle Corporazioni, per il resto è la fotografia del tentativo di una restaurazione nell'Italia del 2022", afferma Nicola Fratoianni.

Il fondatore di Articolo Uno, Arturo Scotto, segnala i "ministeri dal nome bizzarro che evocano un tempo antico. Antichissimo", promettendo "opposizione dura e intransigente a questa pennellata di nero sulla vita della Repubblica". Il deputato di Italia Viva, Luigi Marattin, è un fiume in piena: "Una volta si usava mettere lo slogan (crescita, salva-Italia) solo ai decreti legge. Ora, vedo, siamo passati pure ai Ministeri. Sono particolarmente curioso, tra l'altro, di sapere cosa accidenti sia il ministero della sovranità alimentare. Blocchiamo l'import di kiwi?".

E ancora: "Forse il ministero per la sovranità alimentare è per evitare di importare vodka? Il fatto che lo abbia fatto anche Macron per quanto mi riguarda e' del tutto irrilevante. Una cosa senza troppo senso rimane tale anche se la fa uno bravo su altre cose", aggiunge l'esponente di Italia Viva. Meno ironico è il collega di partito di Marattin al Senato, Ivan Scalfarotto, che guarda al dicastero affidato a Eugenia Roccella: "Accostare il nome di Roccella alla parola 'natalità' può essere interpretato in un solo modo: se si volesse restringere l'interruzione volontaria di gravidanza, l'azione a difesa di questo diritto intangibile delle donne sarà fortissima, in Parlamento e nel Paese".

Si sofferma invece sulla scelta di Guido Crosetto alla Difesa e di Antonio Tajani agli Esteri il presidente del M5s, Giuseppe Conte: "Crosetto che passa direttamente dalla rappresentanza di interessi di industrie che operano nel settore della Difesa al Ministero competente, a garanzia di una sicura corsa al riarmo; Forza Italia alla guida degli Esteri dopo le gravi esternazioni di Berlusconi sulla guerra in Ucraina; e poi ancora altri segnali sparsi che preannunciano un brusco arretramento nel percorso di riconoscimento e rafforzamento dei diritti civili", aggiunge Conte per concludere: "Prepariamoci a un'opposizione intransigente e senza sconti, per il bene del Paese".

L'incarico dato a Meloni, infatti, rendono per l'opposizione quanto mai urgente mettere in campo un'azione parlamentare il piu' possibile coordinata. I partiti rimangono distanti, lo 'strappo' che si e' prodotto con la vicenda delle vice presidenze delle Camere ha lasciato strascichi e anche oggi non sono mancate le polemiche. Matteo Renzi ha accusato Pd e M5s di aver messo in campo una stratega "scandalosa" e sbagliata dal punto di vista politico, che ha fatto diminuire i posti per le opposizioni negli uffici di presidenza.

Il vice segretario di Azione, Enrico Costa, ribadisce che non c'è alcuna possibilità di trovare una posizione comune con Pd e M5s. Nonostante questo, seppur con declinazioni diverse, tutti segnalano l'urgenza di una "opposizione attenta", "dura", "intransigente". Specie sul tema dei diritti. Collaborativi i toni dei leader del terzo polo che, confermando il loro 'no' alla fiducia al governo Meloni, augurano al nuovo esecutivo di "avere successo per il Paese", come fa Carlo Calenda.

Matteo Renzi e, con lui gran parte di Italia Viva, si complimentano per il varo del primo governo a guida femminile. Dal Pd, tuttavia, si sottolinea la scarsa rappresentanza femminile nel governo: "Un fatto storico, ma la prima donna Presidente del Consiglio e' a capo di un governo in cui le donne hanno un ruolo marginale, dove compare l'incredibile ministero famiglia, natalita' e pari opportunita'", dice la portavoce della conferenza delle donne dem, Cecilia D'Elia. E anche Laura Boldrini segnala che "la novita' della prima donna premier non si traduce con una maggiore presenza femminile nel suo governo. Peccato, un'occasione persa". 

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