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Politica
Calenda contro Renzi: "Non si sa cosa vuol fare. Al Pd serve uno psichiatra"
LaPresse

Carlo Calenda, ex Ministro dello Sviluppo Economico, si confessa a Circo Massimo, la trasmissione condotta da Massimo Giannini su Radio Capital e le sue parole sono quelle di un uomo affranto e sgomento da quanto sta accadendo nel Partito Democratico.

"AI dirigenti del Pd non importa perdere le prossime elezioni europee e regionali... Quello che sta loro a cuore è il congresso. Sta diventando un posto in cui l'unico segretario che si dovrebbe candidare è il presidente dell'associazione di psichiatria".

E dichiara inoltre: "Sono convinto che alle prossime europee il Pd non ci debba essere. Serve un fronte repubblicano (che è il nome della forza politica che aveva annunciato di voler fondare, ndr), progressista, che recuperi la parte di parte di classe dirigente locale e nazionale capace ma che spazzi via un partito che ha come unico obiettivo quello di spartirsi una torta sempre più piccola tra dirigenti ormai usurati, che pensano solo a questo dalla mattina alla sera".

Incalzato sulla "disfida delle cene", che ha fatto sorridere tutto il web, egli approfondisce il motivo per cui il convivio serale con Paolo Gentiloni, Marco Minniti e Matteo Renzi (al quale aveva risposto "grillinamente" il Presidente della Regione Lazio Nicola Zingaretti, ipotizzando un incontro a tavola con un operaio, uno studente, un professore e un imprenditore) è saltato, come annunciato dallo stesso Calenda in un tweet: "Renzi si era sfilato ieri pomeriggio via agenzie e retroscena e a quel punto non aveva più molto senso. Andiamo avanti con l'opposizione. Ognuno facendo il suo. Di più in questo momento non si può fare. Troppi ego e troppi conti da regolare".

E i conti da regolare con i suddetti "ego", a quanto traspare dall'intervista con Massimo Giannini, li ha anche Calenda con Matteo Renzi, di cui dichiara: "Con Gentiloni e Minniti parlo continuamente, ma nel Pd c'è un'entità, che si chiama Renzi, che non si capisce cosa voglia fare e che va avanti per conto suo. È una roba un pò singolare. È stato un presidente del Consiglio che all'inizio aveva veramente voglia di cambiare l'Italia e che ha fatto cose buone. È un grosso peccato".

Pur non rinnegando la decisione di aver preso la tessera del Partito Democratico, malgrado sottolinei che il segretario Maurizio Martina da due mesi non lo degna neanche di una telefonata, l'ex Ministro dello Sviluppo Economico asserisce anche ciò che ad affaritaliani.it sosteniamo da molto tempo, e cioè che: "L'unica cosa che vuole fare il Pd in questo momento è una resa dei conti fra renziani e antirenziani in vista di un congresso che doveva esserci, per me, settimane fa, e tutto sarà paralizzato in questa cosa di cui al paese non frega nulla. Nel frattempo, l'opposizione si fa in ordine sparso".

PD sempre più acronimo di Profondo Dramma, insomma.

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