Caos Pd, la minoranza contro l'Italicum di Renzi
Matteo Renzi va a 'vedere' il gioco della minoranza dem schiacciando forte sull'acceleratore della macchina delle riforme, in particolare per quello che riguarda la legge elettorale. E' ancora l'Italicum il terreno prescelto dalla minoranza del partito per 'sfidare' il premier e Renzi, nella qualita' di segretario del partito, ha convocato una direzione ad hoc: riforme e legge elettorale. Ma la cosa che piu' fa infuriare il fronte dell'opposizione interna al partito e' la nota in fondo alla lettera su carta intestata Pd: al termine della riunione sono previste votazioni. Come dire, lunedi' il partito sceglie qual e' la linea da tenere sull'Italicum e da quella non si devia. E' gia' accaduto sulle riforme istituzionali, quando i senatori guidati dal bersaniano Miguel Gotor hanno abbandonato gli intenti bellicosi in nome della disciplina di partito.
Ma lo stesso Pierluigi Bersani ha fatto sapere giorni fa che "il combinato disposto di riforme istituzionali e legge elettorale ci consegna una deformazione seria dell'equilibrio democratico" davanti alla quale "non e' possibile votare la legge elettorale senza modifiche". Renzi, pero', vuole vedere l'Italicum trasformato in legge il prima possibile, senza dover tornare al Senato e, dunque, approvato senza modifiche alla Camera. Un braccio di ferro in cui il premier ha, in questo momento, un vantaggio evidente ed e' intenzionato a sfruttarlo fino alla fine. Le divisioni del fronte della sinistra Pd emerse sabato scontro all'Acquario di Roma sembrano aprire un'autostrada ai renziani.
Oggi il gruppo chiedera' la calendarizzazione, forte anche di un momento in cui in Parlamento non giacciono dl in scadenza o provvedimenti di particolare urgenza, come spiega il vice capogruppo Ettore Rosato. Lunedi', poi, la direzione che mettera' il suo sigillo alla linea scelta dal segretario: "Al termine si vota", sottolinea con un sorriso ironico Gianni Cuperlo: "Infatti, in questi mesi, gli equilibri in direzione sono stati sempre sul filo...". Schiacciante in direzione, la supremazia dei renziani lo e' molto meno in Parlamento. Il premier vuole puntellare l'Italicum al Nazareno per arrivare alla discussione in Parlamento con l'Italicum ormai in tasca. "Non si risolve la questione con un voto in direzione", avverte Alfredo D'Attorre.
I 'pontieri' nel Pd stanno lavorando ad un compromesso, applicare un 'tetto' ai nominati, ma per il momento la linea del segretario e' sempre la stessa: va bene il confronto, ma l'impianto della legge non si tocca. Dunque avanti tutta, anche perche' la convinzione della maggioranza di Largo del Nazareno e' che perlomeno una parte di FI non si sfilera'. Il riferimento e' ai 'verdiniani', ma c'e' chi non esclude che il 'soccorso' azzurro possa essere piu' ampio. La minorannza Pd punta poi a dare battaglia anche sulla scuola e sulla Rai, anche se non e' ancora certo che la riforma dell'azienda di viale Mazzini vada in Cdm venerdi'.
Il Nuovo centrodestra, pur assicurando attraverso le parole di Alfano che non c'e' l'ipotesi di un appoggio esterno, intanto punta i piedi sulla corruzione, in attesa di capire se ci sara' una 'ricompensa' dopo le dimissioni di Lupi. Ma l'intenzione del premier e' quella di procedere ad un rimpastino' solo dopo l'ok alla legge elettorale e al risultato delle regionali. Ncd inoltre vorrebbe accelerare sul completamento dell'operazione di Area popolare ma l'Udc, riferiscono fonti parlamentari, al momento frena e un incontro tra Quagliariello e D'Alia alla Camera questa sera non ha sciolto i nodi sul tavolo.