Caso De Luca, Rosy Bindi chiede informazioni alla procura di Napoli - Affaritaliani.it

Politica

Caso De Luca, Rosy Bindi chiede informazioni alla procura di Napoli

Rosy Bindi, la sua personalissima concezione delle istituzioni stesse che utilizza a suo comodo per attaccare gli avversari politici interni del suo partito

Di Giuseppe Vatinno

Solo qualche anno fa se fosse accaduta una cosa simile ci sarebbero stati i titoli in prima pagina dei giornaloni e lo scandalo avrebbe travolto inesorabilmente Rosy la passionaria che non si rassegna al tempo che passa e permane nelle istituzioni con un sistema di potere consolidato nel tempo.
Parliamo naturalmente di Rosy Bindi e della sua personalissima concezione delle istituzioni stesse che utilizza a suo comodo per attaccare gli avversari politici interni del suo partito, il Pd.
La storia è nota ed inizia quando la Bindi ai tempi dell’elezione del Presidente della Campania Vincenzo De Luca utilizza il suo ruolo di presidente della Commissione anti-mafia per presentare scrivere una lista di “impresentabili” e al primo posto ci mette il suo compagno di partito per una vicenda giudiziaria da cui uscirà assolto.
Qualche giorno fa De Luca in un fuori onda a Matrix esprime in maniera piuttosto forte il suo disappunto per la collega che apparentemente incassa con fair play cinguettando solo un pochino su twitter indignantella ma neppure tantissimo ed uno si dice: guarda che è cambiata, ora da non dà più in escandescenze come una volta, l’età che avanza le ha portato il dono degli dei, quella saggezza che non ha mai avuto, quella tranquillità e serenità che dovrebbe avere chi gestisce le più alte cariche dello Stato.
E invece no e la vendetta puntualmente e rapidissima si compie.
Ieri la Bindi utilizza -e lo fa per la seconda volta- la sua carica istituzionale e chiede alla procura di Napoli informazioni su eventuali indagini in corso su De Luca a riguardo di sue presunte pressioni riguardo i sindaci campani per il “Sì” al referendum in cambio di aiuti dal governo. La richiesta la fa un’altra volta dal suo scranno dell’anti-mafia, umiliando quello Stato che dovrebbe a parole servire.
È vero che i tempi sono cambiati ma sarebbe ora che qualcuno chiedesse alla Bindi di farsi da parte.
Come dire, la lupa perde il pelo ma non il vizio.

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