Crisi di governo, Conte non si dimette. La sfida con Renzi sarà in Senato
La crisi di governo è ormai stata ufficializzata. Il Conte 2 nei fatti non esiste più, dopo le dimissioni accettate delle ministre di Italia Viva, Bellanova e Bonetti e del sottosegretario Scalfarotto. Il premier - si legge sul Corriere della Sera - ha capito che Renzi lo vuole "politicamente morto" e si prepara alla sfida, direttamente in Senato. "Purtroppo Italia viva - ha detto in Consiglio dei ministri Conte - si è assunta la grave responsabilità di aprire una crisi di governo". E poi, con aria davvero mesta: «Sono dispiaciuto e rammaricato, ho fatto di tutto per evitare questo gravissimo danno al Paese, in piena pandemia. Vi chiedo un’ultima prova, facciamo tutto quello che serve agli italiani per la grave crisi sanitaria ed economica». Conte ha accettato le dimissioni di Bellanova e Bonetti e informato il capo dello Stato.
L’idea della sfida pubblica in Senato - prosegue il Corriere - si va rafforzando nella sua testa e Conte sente una voglia crescente di replicare in diretta tv, nell’aula di Palazzo Madama, all’attacco dell’ex alleato. Ma non ora, non subito. L’idea è di non dimettersi oggi stesso e di prendere tempo «per il bene del Paese».Zingaretti è in pressing perché salga oggi stesso al Quirinale, ma Conte pensa di assumere su di sé l’interim dei ministeri vacanti, Agricoltura e Famiglia, per il tempo necessario ad approvare «provvedimenti fondamentali». E solo dopo, «a testa alta» e quando avrà la certezza dei numeri, andare alla resa dei conti in Senato.
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