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Politica
Di Maio "trombato" anche sui social: da Giggino ‘a cartelletta a traditore
Luigi Di Maio

Oppure mentre si ingozza di tartine diplomatiche. La domanda vera è: quale immagine diamo di noi, popolo italiano, al mondo? 

Luigi Di Maio non è solo Giggino ‘a cartelletta, come lo ebbe a definire Beppe Grillo poco tempo fa, ma ormai è per tutti Giggino ‘o traditore, come il popolo della Rete lo ha prontamente ribattezzato.

Non c’è infatti giorno che Di Maio non compaia in tendenza con hashtag coreografici e mitopoietici che non possiamo riportare per non scadere nel turpiloquio.

Diciamo che la “ggente”, quel popolo ideale che Di Maio arringava “sulla fine della povertà” da balconcini improvvisati, non è fessa come il ragazzotto di Pomigliano D’Arco si immaginava e le cose le capisce benissimo.

Di Maio, il politico che ha fatto arrossire Agostino Depretis (al confronto una educanda svizzera), stimato fondatore del trasformismo enotrico, convola a (in)giuste nozze con un coniuge anziano e scolpito dagli anni, Bruno Tabacci, ma all’amore, si sa, non si comanda e così Giggino ‘o traditore sfanga pure la raccolta firme agostana per il micro – partitino, fondendolo con il mitico Centro democratico, vera fucina di inciuci politici dell’ultimo decennio.

Ora Il Pd sta cercando di dargli addirittura un seggio nel blindatissimo collegio rosso di Modena, ma i locali si sono rivoltati subito dicendo che Luigino li chiamava “il partito di Bibbiano”.

Non male per uno che recitava il mantra della correttezza istituzionale e politica ed ora fa accordi con gli odiatissimi ex democristiani e pietisce strapuntini dagli ex comunisti.

Visto che siamo in tema di rievocazioni delle canzoni di Fabrizio De André, mi permetto di fare come Marta Fascina che ne ha dedicata una a Renato Brunetta e cito i seguenti versi:

A te che fosti la più contesala cortigiana che non si dà a tuttied ora all'angolo di quella chiesaoffri le immagini ai belli ed ai bruttilascio le note di questa canzonecanto il dolore della tua illusionea te che sei per tirare avanticostretta a vendere Cristo e i santi

Ma il comportamento dell’ex Cinque Stelle è stato ben sintetizzato dal ministro russo degli Esteri Lavrov che ebbe a dire di lui:

“La diplomazia è stata creata per risolvere situazioni di conflitto e alleviare la tensione, e non per viaggi a vuoto in giro per i Paesi e degustare piatti esotici a ricevimenti di gala».

Insomma, una figuraccia internazionale per l’Italia.

Da allora Giggino ‘a cartelletta se l’è legata al dito non per la guerra in Ucraina e le sue vittime ma per quello sputtanamento mondiale sul suo amore per le mollezze e gli agi diplomatico –gastronomici.

E per questo che il popolo della Rete si è veramente sbizzarrito in memi viralissimi che mostrano Di Maio attaccato alla poltrona con il vinavil, oppure mentre si ingozza di tartine diplomatiche mettendosele pure nelle tasche.

Eppure, al di là dell’effetto comico -meglio di una serie su Netflix- bisognerebbe interrogarsi seriamente su come è ridotta l’Italia e quale immagine diamo di noi al mondo.

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