Politica

Elezioni, il confronto 2019-2022. Immutati i pesi tra il Cdx e il Csx

Che cosa sarebbe successo alle Comunali senza l'astensionismo di Centrodestra?

L'analisi partendo dallo studio dell’Istituto Cattaneo


A cura di Alessandro Amadori

Le elezioni amministrative recentemente conclusesi hanno registrato una vittoria del centro-sinistra in molte delle principali città. La cosa è stata comprensibilmente ripresa e amplificata dai media, creando una narrazione all’insegna della “grande vittoria” del centro-sinistra e della “grande sconfitta” del centro-destra. Ma come stanno veramente le cose? Un prezioso aiuto ci viene da un’analisi condotta dall’Istituto Cattaneo, specializzato nella rilevazione dei flussi elettorali. Se ci basiamo su questa analisi, arriviamo a due conclusioni.

La prima è che, rispetto ai risultati delle elezioni europee del 2019, quelli delle amministrative 2022 non sono significativamente diversi in termini di rapporti di forza fra due grandi blocchi di offerta politica. Ossia il centro-destra nel suo insieme, da una parte, e il centro-sinistra allargato (includendovi il M5S) dall’altra. I due “campi allargati” hanno grosso modo, oggi, lo stesso rapporto reciproco che avevano nel 2019. Più precisamente, nel 2019 il rapporto fra i due macro-blocchi era di 47,9% (centrodestra allargato) versus 49,3% (centrosinistra allargato); nel 2022 è stato invece di 39,9% (centrodestra allargato) versus 40,5% (centrosinistra allargato). Nell’uno come nell’altro caso, il campo largo di centro-sinistra finisce per avere un po’ di peso in più  (marginalmente in più, nel 2022).

La seconda conclusione è che l’astensionismo fra primo e secondo turno, nel 2022, ha colpito in misura significativamente maggiore il centrodestra. Sempre basandoci sull’analisi dell’Istituto Cattaneo, per fare un esempio concreto, se non ci fosse stato un maggiore astensionismo selettivo il centro-destra avrebbe vinto a Monza e ad Alessandria. E, probabilmente, anche in altre città la partita sarebbe finita diversamente. Dunque, per il 2023 la partita delle elezioni politiche è apertissima. Vincerà chi saprà costruire il campo più largo, e si mostrerà maggiormente in grado di mobilitare il proprio elettorato.