Elezioni regionali, Fico rischia in Campania: vittoria non sicura. Veneto, plebiscito per Stefani. Puglia, Decaro trionfa - Affaritaliani.it

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Ultimo aggiornamento: 18:27

Elezioni regionali, Fico rischia in Campania: vittoria non sicura. Veneto, plebiscito per Stefani. Puglia, Decaro trionfa

Le stime sull'atteso voto del 23 e del 24 novembre

di Alessandro Amadori, politologo e sondaggista

Le elezioni regionali non risolveranno le questioni nazionali, ma offriranno una finestra assai significativa sui sentimenti del Paese
 

Le elezioni in Veneto, Campania e Puglia, previste per novembre 2025, rappresentano uno snodo importante per il futuro politico italiano. In un quadro nazionale attraversato da tensioni tra governo e opposizione, riassetti nelle coalizioni e crescente personalizzazione dei leader, queste consultazioni assumono una portata simbolica che va oltre il voto regionale. Tre regioni, con tradizioni differenti, si candidano infatti a offrire uno specchio potenzialmente abbastanza fedele delle dinamiche del Paese intero.

In Veneto, centrodestra appare in marcia verso la continuità. Secondo un sondaggio Tecnè–DiRE, il centrodestra – che candida il popolare e amato segretario regionale Alberto Stefani – si attesta tra il 60% e il 64%, mentre il centrosinistra è accreditato fra il 36% e il 40% (fonte: ilsussidiario.net). Alberto Stefani, 33 anni, deputato della Lega, è stato investito da Matteo Salvini e gode del sostegno di Luca Zaia. La scelta è percepita come garanzia di continuità, dato il radicamento territoriale della Lega e il consenso residuo raccolto dal Governatore uscente Zaia.

In Veneto, il centrodestra beneficia di strutture robuste, alta riconoscibilità del marchio “Lega” e scelta di un candidato giovane, ben radicato a partire dall'apparato di via Bellerio. Il centrosinistra, frammentato e incapace di proporre una figura con visibilità comparabile, parte da una situazione di svantaggio. La previsione che, dunque, possiamo fare è di una vittoria netta per Stefani, confermando l’egemonia del centrodestra in Veneto.

In Campania, invece, Fico è alla rincorsa, con un esito finale non del tutto sicuro. Un sondaggio di Istituto Piepoli attribuisce a Roberto Fico il 56% delle intenzioni di voto fra gli elettori di sinistra. In alternativa, una rilevazione di “Affari Italiani” segnala addirittura un possibile “quasi testa a testa” (Fico 50% vs Cirielli 47%), con il centrodestra compatto al 40%. Roberto Fico (Pd–M5S), già Presidente della Camera, viene percepito come garante dell’alleanza di «campo largo». Dal canto suo, Edmondo Cirielli (FdI), viceministro degli Esteri, supportato da Forza Italia e Lega, è un buon candidato di bandiera ma con profilo meno trasversale. Il centrosinistra risulta rafforzato dal patto tra PD e M5S, con la figura robusta di Fico come trait d’union. Il centrodestra, seppur più coeso, soffre nel trovare un candidato in grado di replicare l’esperienza personale e il radicamento di un presidente uscente come De Luca. I sondaggi fotografano una competizione abbastanza serrata, con un margine di vantaggio probabile ma non rassicurante. La previsione è di  una vittoria di Fico per il campo largo, seppure con margini più ristretti rispetto alle altre regioni.

In Puglia, Decaro risulta favorito con ampio consenso. Un sondaggio Winpoll di metà settembre assegnava ad Antonio Decaro circa il 52%, mentre il centrodestra appariva fermo al 38%. Un sondaggio di Yoodata–La Gazzetta del Mezzogiorno attribuisce a Decaro un 69% di preferenza e una fiducia allo stesso livello, distanziando nettamente gli avversari. Antonio Decaro, ex sindaco di Bari, è una figura emergente del centrosinistra unito, forte del sostegno di PD, M5S, Verdi, civici. Luigi Lobuono, imprenditore civico sostenuto dalla coalizione di centrodestra, viene percepito come un outsider pragmatico, ma si trova nettamente indietro. La regione è saldamente ancorata al centrosinistra, con Decaro che incarna la continuità e una visione pragmatica. Il centrodestra, pur tentando la carta civica, parte da una base molto inferiore e con una coalizione meno coesa. La previsione è di una larga vittoria per Decaro e il centrosinistra.

In conclusione, dalla prossima tornata elettorale c’è da aspettarsi una conferma degli schieramenti identitari: il Nord resta appannaggio del centrodestra, mentre nel Mezzogiorno il centrosinistra continua a dominare. Inoltre, si conferma anche il valore della leadership locale: Zaia, De Luca, Decaro provano che il consenso passa sempre più attraverso personalità forti e territorialmente radicate. L’incognita, almeno parziale, è il rischio dell’astensionismo: un dato da monitorare perché gli indecisi, che in Veneto raggiungono quasi il 50%, potrebbero influenzare gli scostamenti finali. 

Queste elezioni regionali non risolveranno le questioni nazionali, ma offriranno una finestra assai significativa sui sentimenti del Paese alla vigilia del prossimo round politico.

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