A- A+
Politica
Germania, le... 'toghe rosse' tedesche e il 'sovranismo perbene' vs Bce e Ue

E’ stata accolta da uno strano immobilismo la decisione della Corte costituzionale tedesca di richiamare all’ordine la Banca Centrale europea perché le scelte adottate a favore dei paesi mediterranei violerebbero i vincoli dei trattati europei, contravvenendo al divieto di finanziamento del debito dei Paesi. La questione, però, non riguarda solo la violazione di quel principio, a cui si può dare risposta, ma le argomentazioni di contorno che, seppure non producano effetti nell’immediato, inevitabilmente introducono un elemento decisivo all’interno del fragile equilibrio europeo. Le toghe rosse tedesche, infatti, senza alcuna riguardo nei confronti dell’Unione e delle sue istituzioni, invocando l’identità costituzionale della propria nazione hanno preso le distanze dalla BCE, concedendo tre mesi di tempo fornire ogni argomentazione a sostegno delle scelte adottate, facendo intendere che dal tenore della risposta potrebbe dipendere, la decisione della Germania e della sua banca di non partecipare all’iniziativa. Anche se descritta in modo così semplice si comprende che non si tratta di una mossa da lasciare cadere come se non avesse significato.

Invece, il nostro Paese ha accolto la notizia con la preoccupazione di dovere prendere una posizione.

Siamo abituati a vedere i detrattori dell’Unione Europea nei panni di goffi leader appoggiati da schiere di estremisti e destinati a essere cancellati dalla storia o nelle argomentazioni aristocratiche dei leader inglesi che uscendo dall’unione ritengono di avere isolato gli altri. Questa volta, però, anche se il ricorso da cui è scaturita la decisione della Corte Costituzionale tedesca deriva da un’iniziativa di un leader dell’estrema destra, la posizione manifestata è stata assunta dal consesso più autorevole di quella Nazione ed esprime la posizione autorevole e istituzionale di persone che appartengono alle istituzioni di quel paese. La controversia sul “Quantative easing”, cioè del sostegno ai Paesi mediante l’acquisto mirato dei titoli di Stato è stata risolta grazie alla dimostrazione sul rispetto del “principio di proporzionalità”, invocato dalla Corte tedesca come insormontabile perché contenuto nella propria costituzione. E per il momento non risultano ricorsi alla quella Corte sugli aiuti europei legati alla pandemia. Ma la questione rimane aperta a causa di una importante affermazione che suona di avvertimento: la Germania non si sente impegnata a condividere o sostenere le iniziative della Unione Europea che risultino in contrasto con la propria costituzione.

Per correre ai ripari, la Commissione Europea, ha ritenuto di dovere precisare “la preminenza delle leggi UE per tutti i Paesi dell’Unione e la vincolatezza delle decisioni delle Corti di giustizia europee per tutti le Corti nazionali”. Come se si trattasse di principi sconosciuti. Senza accorgersi che proprio quella affermazione basilare ha tolto il velo alla radice del problema: l’indisponibilità della Germania di riconoscere autorità diverse dal proprio Stato e ancor di più di sentirsi obbligata nei confronti che il proprio Paese non condivida, anche se sostenute da trattati e norme già sottoscritte. Se questa posizione l’avesse manifestata un “sovranista” sarebbe stato immediatamente isolato, minacciato di gravi sanzioni e invitato a un ripensamento, nel rispetto dei valori fondativi dell’Unione. E sarebbe stato facile schierarsi da una parte e dall’altra. Avremmo assistito a manifestazioni di disapprovazione e prese di posizioni nazionali, nel rispetto del solito schieramento: da una parte gli europeisti e dall’altra i sovranisti.

Ma la questione è stata posta dalla Germania, la Nazione europeista per eccellenza. Quindi lascia attoniti e soprattutto spariglia lo schema tradizionale delle posizioni. E per cogliere questo aspetto è sufficiente osservare ciò che accade in Italia: si ha paura di riconoscere la gravità delle affermazioni per non apparire dalla parte dei sovranisti, ma non si riesce nemmeno a esprimere qualcosa a sostegno dei valori europei perché ci si troverebbe nella singolare situazione di dovere criticare la Germania.

Quindi, si preferisce il silenzio. La questione si derubrica a vicenda tecnica per la quale si ha tempo per rispondere e mediare. E magari si spera che la gente non capisca, grazie al ricorso alle sigle QE, BCE, PSPP, ecc. Rimane il fatto che, se non si vuole accettare che il rispetto delle costituzioni nazionali sia solo nel confronto di quella tedesca, questo principio dovrà essere preso in considerazione per ogni altro Paese europeo e le istituzioni dell’Unione non potranno più sentirsi libere di legiferare per tutti. Tutto ciò si può intendere come una problema per la UE o come una nuova opportunità per tutti i Paesi dell’Unione, promuovendo una nuova definizione dei ruoli e dei poteri, a vantaggio delle sovranità nazionali, senza il bisogno di uscire dall’Europa. 

Commenti
    Tags:
    sovranismo italiasovranismo legamatteo salvinifratelli d'italiagiorgia melonisovranismo





    in evidenza
    Madrina del "Roma Pride" e "Sinceramente' remix con Bob Sinclair

    Annalisa fa doppietta

    Madrina del "Roma Pride" e "Sinceramente' remix con Bob Sinclair

    
    in vetrina
    Premier League, nuova bufera su Tonali: accusato di scommesse anche in Regno Unito

    Premier League, nuova bufera su Tonali: accusato di scommesse anche in Regno Unito


    motori
    Renault 5 E-Tech Electric in tour a Parigi per svelarsi al grande pubblico

    Renault 5 E-Tech Electric in tour a Parigi per svelarsi al grande pubblico

    Testata giornalistica registrata - Direttore responsabile Angelo Maria Perrino - Reg. Trib. di Milano n° 210 dell'11 aprile 1996 - P.I. 11321290154

    © 1996 - 2021 Uomini & Affari S.r.l. Tutti i diritti sono riservati

    Per la tua pubblicità sul sito: Clicca qui

    Contatti

    Cookie Policy Privacy Policy

    Cambia il consenso

    Affaritaliani, prima di pubblicare foto, video o testi da internet, compie tutte le opportune verifiche al fine di accertarne il libero regime di circolazione e non violare i diritti di autore o altri diritti esclusivi di terzi. Per segnalare alla redazione eventuali errori nell'uso del materiale riservato, scriveteci a segnalafoto@affaritaliani.it: provvederemo prontamente alla rimozione del materiale lesivo di diritti di terzi.