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Politica
Dalla Garbatella ai summit internazionali: Giorgia Meloni nuova Angela Merkel
Giorgia Meloni come Angela Merkel

Tutte qualità che sono emerse in maniera esponenziale quando il fiuto politico e la capacità di muoversi non avevano solo l’orizzonte dell’opposizione nazionale ma del Governo del Paese in un contesto mondiale indiscutibilmente difficile.

Senza dimenticare una qualità insolita a  molti politici, in primis quelli italiani, la capacità cioè di parlare fluentemente diverse lingue. E questo ha sorpreso i leader stranieri ed è servito anche a fare una certa differenza.

“L’Europa deve riprendere il controllo delle proprie industrie strategiche» è il messaggio forte che la leader italiana ha portato in Giappone perché il gap rispetto alla Cina è ormai troppo grande , quasi più grande di quello che si aveva con il gas russo. Un messaggio che, aldilà del risultato a cui si arriverà durante i lavori, esprima una forza decisionale e una visione strategica non comune.

Dal punto di vista della guerra l’appoggio senza se e senza ma all’ Ucraina fin dal primo momento, pur avendo contro gli inconcludenti pacifisti nazionali, ha rimarcato la capacità di decidere e soprattutto di mantenere una rotta. Altro che machiavellismo.

E un altro sasso nello stagno che Meloni getterà, nella riunione giapponese, sarà quello di difendere i Paesi in via di sviluppo dall’Asia al Sudamerica perché «O li aiutiamo noi o lasciamo campo aperto a Cina e Russia».

E che dire dell’approccio avuto nei ripetuti attacchi francesi, alle prese con una destra interna sempre più forte? Il gioco è stato scoperto, le parole di non voler lezioni da nessuno, tantomeno da quelli che respingono i migranti senza, sono state chiare e alla fine il Presidente Macron ha voluto riallacciare i rapporti con la orgogliosa premier.

Il Più italiano sta crescendo (più di altre nazioni europee), l’economia del paese è ora valutata stabile da molti organismi internazionali, l’Europa ci vede come partner solidi ma non servili, l’America come solidi alleati. Sembra essere un periodo favorevole pur nella estrema complessità tra inflazione alta, tassi in crescita, ricerca di lavoro, cambiamenti climatici. Un insieme di eventi che avrebbero potuto far saltare il banco di una giovane donna alla guida in un paese complesso. Il banco non è saltato e anzi l’Italia è vista sempre meglio e una buona parte di merito è della premier che la guida. Tanta è ancora la strada per diventare una nuova Merkel ma sicuramente la direzione intrapresa è quella giusta.

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