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Politica
Governo, Viminale alla Lega (Salvini o...). Presidenze Camere, ecco i nomi

Resta l'ipotesi di Licia Ronzulli all'Istruzione e di un ministero importante anche per Anna Maria Bernini, capogruppo uscente degli azzurri al Senato


Puntali come i treni elvetici questa mattina sono arrivate le smentite di Lega e Fratelli d'Italia alle "fantasiose" ricostruzioni dei soliti giornaloni, per la maggior parte di sinistra, su tensioni e liti nel Centrodestra in vista della formazione del nuovo governo. Nessuna minaccia di Matteo Salvini di appoggio esterno se non gli verrà assegnato il ministero dell'Interno e nessun diktat della premier in pectore contro il segretario leghista. Parlando con i massimi esponenti della coalizione vincente la risposta è sempre la stessa: di nomi, di poltrone, non abbiamo ancora iniziato a parlare.

Eppure, secondo quanto risulta ad Affaritaliani.it, inizia a esserci qualche punto fermo. Il Viminale dovrebbe essere in quota Lega, visto che nel suo video di stamattina Salvini ha ribadito tra le priorità quelle del controllo all'immigrazione clandestina e allo stop agli sbarchi. L'ipotesi che il leader del Carroccio torni a fare il ministro dell'Interno non è scartata, anzi secondo alcune fonti di Via Bellerio non ci sarebbe un no di Giorgia Meloni e, forse, l'unico ostacolo potrebbe essere il presidente della Repubblica Sergio Mattarella a causa del processo in corso nei confronti di Salvini proprio per le sue scelte prese quando era al Viminale.

E' indubbio che, come ha chiesto il consiglio federale leghista, Salvini avrà un ruolo di primo piano nell'esecutivo che, se non sarà la guida del ministero dell'Interno, dovrebbe essere o il Lavoro (altro tema citato nel video di stamattina) o le Infrastrutture/Trasporti. Se all'Interno non andrà Salvini, per quella poltrona resta in pole position Matteo Piantedosi, ex capo di gabinetto proprio del leader del Carroccio quando era al Viminale nel Conte I, o comunque un leghista doc attualmente già al Viminale con Luciana Lamorgese, ovvero Nicola Molteni.

Altro punto fermo per la Lega sembra essere il dicastero delle Politiche agricole con il ritorno di Gian Marco Centinaio. Restando in casa Lega, prende corpo l'ipotesi che Giancarlo Giorgetti esca dalla compagine di governo, come lui stesso ha fatto filtrare nelle ultime ore. Per l'attuale responsabile del Mise, draghiano leghista, salgono moltissimo le quotazioni di presidente della Camera. Un ruolo che servirebbe a lanciare un segnale di distensione verso le opposizioni visto che sia da Pd sia da Azione/Italia Viva parlano di Giorgetti "come di una scelta autorevole, apprezzata, di equilibrio e di garanzia".

Non trova conferme invece la voce che una delle Camere verrà data all'opposizione, anzi per la presidenza del Senato è forte la voce che tocchi a uno storico esponente di Fratelli d'Italia, Ignazio La Russa. Con questa scelta, alla Difesa andrebbe Guido Crosetto, già sottosegretario in quel dicastero e consigliere molto ascoltato da Meloni. In casa Forza Italia, esclusa in questo schema dalle presidenze delle Camere, si parla con forza di Antonio Tajani, numero due del partito, ministro degli Esteri (e forse anche vicepremier insieme a Salvini).

In questo caso si tratterebbe di un segnale chiaro all'Europa visto che Tajani è stato presidente del Parlamento Ue ed è vicepresidente del PPE. Resta l'ipotesi di Licia Ronzulli all'Istruzione e di un ministero importante anche per Anna Maria Bernini, capogruppo uscente degli azzurri al Senato. Infine, fonti qualificate del Centrodestra, non solo FdI, danno come "probabile" l'ipotesi di Letizia Moratti ministro della Salute (o Sanità), una promozione che lascerebbe campo libero ad Attilio Fontana per la ricandidatura alle Regionali senza concorrenza interna e fuoco amico.

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