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Politica
Governo, ultimatum del Pd a Renzi e M5S: 'Stop alle polemiche o elezioni'

I toni sono quelli concilianti e non di sfida, ma di fatto da Nicola Zingaretti - segretario del Partito Democratico - e da Goffredo Bettini - storico esponente del Pd vicinissimo a Walter Veltroni - è arrivato un chiaro ultimatum a Matteo Renzi e ai 5 Stelle: a gennaio, dopo il via libera alla Legge di Bilancio, serve un'intesa chiara e programmatica su tutti i punti oppure non ha senso che il governo vada avanti. "Chiudiamo bene la manovra economica. Poi, con il Presidente Conte, lavoriamo ad una nuova Agenda 2020 per riaccendere i motori dell'economia, per creare lavoro, per sostenere la rivoluzione verde, per rilanciare gli investimenti, per semplificare lo Stato, per sostenere la rivoluzione digitale, per le infrastrutture utili, per investire su scuola, universita' e sapere. Alleanza vuol dire condivisione e avere a cuore gli interessi dell'Italia", scrive su Facebook Zingaretti.

"A gennaio avremo una verifica di Governo o si approva o non si approva, non possiamo stare sospesi ogni giorno a Di Maio e Renzi", afferma ancora più esplicito Bettini. Che aggiunge: "Conte si presenterà con una sua agenda e terrà conto anche delle cose successe. Discuteremo un programma che o si approva o non si approva. Non possiamo stare sospesi ogni giorno alle dichiarazioni di Di Maio o a quelle di Renzi che prima vuole il maggioritario poi il proporzionale, prima dice che si deve eleggere il Presidente della Repubblica poi che si può andare anche a votare subito. Questo non va bene".

Il Pd, come noto, si oppone alla logica del contratto modello governo giallo-verde e vuole un accordo programmatico limpido e di legislatura. Il balletto sulla manovra con il vertice fiume durato quasi 48 ore e il tira e molla sulle micro-tasse hanno logorato la maggioranza, tanto che tra i dem si è tornato a parlare di elezioni anticipate anche in risposta alla minaccia delle urne fatta dal leader di Italia Viva. Ora basta, è il senso del messaggio che arriva dai massimi vertici del Nazareno. A gennaio agenda condivisa e avanti dritti altrimenti non ha senso andare avanti così e meglio tornare al voto. Zingaretti e Bettini non usano toni belligeranti ma il segnale del Pd è chiaro. Enough is enough.

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