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Politica
I voti di destra abbandonano Grillo

Al di là dei singoli dati numerici analitici, che sono pure importanti, il quadro principale che emerge da questa tornata amministrativa in attesa del ballottaggio è che il Movimento Cinque Stelle cede dappertutto ma lo fa soprattutto nei quattro capoluoghi  Genova, Palermo, Verona e Parma.

La sconfitta a Genova poi, culla del Movimento e patria di Grillo è estremamente significativa del fatto che la vicenda Cassimatis è stata fatta scontare dall’elettorato che non tollera più giochini e giochetti come del resto la sconfitta di Parma ad opera dell' ex grillino Pizzarotti.

Altrettanto evidente è la risalita del centro - destra e la sostanziale tenuta del Pd.

A Palermo in sindaco uscente Leoluca Orlando ha vinto al primo turno sebbene la città mostri tutti i limiti e le incertezze di un programma amministrativo vecchio (il primo mandato è del 1985) e metodologicamente tarato sui riti della Prima Repubblica. Ma tant’è. Curioso piuttosto che sul sito del Comune di Palermo compaiono 24 ore prima dello spoglio i risultati con Orlando vincitore il che fa infuriare la Meloni.

Curioso invece il caso di Taranto in cui i candidati dell’Mdp di Articolo 1, scissionisti che correvano addirittura sotto il simbolo del Pd, ma in Italia può accadere di tutto; un tributo forse eccessivo alla doppiezza togliattiana che ha portato in tutta Italia Mdp ad appoggiare il Pd tranne all’Aquila dove ha presentato una sua lista.

Ma il punto chiave è proprio la correlazione tra salita del centro - destra e discesa dei Cinque Stelle a significare un dato che è fondamentale per capire la sociologia di chi vota il M5S: il vero zoccolo del movimento è di destra (come tutti i movimenti genuinamente populisti) infiltrato ed intriso solo apparentemente di voti di sinistra che in realtà riflettono la storica rabbia della destra sociale e anti - sistema che trae le sue origini dal primo fascismo di Benito Mussolini sempre in relazione con il socialismo seppur nazionale.

Dunque, se il popolo del centro - destra alle precedenti amministrativa del 2016 si era spostato in massa (soprattutto ai ballottaggi) sul Movimento di Grillo in funzione anti - sinistra ora ci ripensa e torna indietro e cioè torna a votare per il centro - destra.

Ma quali le cause di questo movimento oscillatorio?

Il disastro amministrativo di Roma con l’autogoal in zona Cesarini di Torino dovuto ai fatti della finale di coppa.

I voti di destra sono quindi tornati all’ovile consci della approssimazione con cui sono stati gestiti temi dirimenti per la popolazione.

E il discorso su Roma ha pesato molto sul giudizio degli elettori anche degli altri comuni.

La sindaca Virginia Raggi ha infatti inanellato una incredibile serie di errori, di inadempienze (buche e rifiuti), di giravolte (si pensi solo alla Stadio prima avversato in campagna elettorale e poi sostenuto), di proposte bizzarre (la teleferica).

Insomma la gente non se l’è sentita di affidare il proprio futuro alla improvvisazione parossistica che ha contraddistinto finora la Capitale d’Italia e poi Torino -con l’Appendino in grave difficoltà- ha fatto il resto.

Certo il voto è locale e non nazionale ma comunque è necessario che Grillo rifletta attentamente sulla classe dirigente che ha a disposizione e se non sia il caso di tirare in ballo qualche politico di lungo corso che gli dia una mano.

Luigi Di Maio, ad esempio, è il vero sconfitto di queste amministrative. È sconfitto il suo metodo, le sue uscite (si pensi all’attacco al convegno di Ivrea alla comunità rumena sulla criminalità), la sua improvvisazione, i suoi errori.

Parimenti c’è da segnalare una ripresa dell’ala ortodossa guidata da Roberto Fico, finora restata indietro che si è ripresa una rivincita a partire dall’impallinamento della legge elettorale ed ora dalla gestione scriteriata delle amministrative.

 

 

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