Ilaria Capua, un caso di malagiustizia

La Camera con 278 voti favorevoli e 179 contrari ha accolto le dimissioni da deputata di Ilaria Capua. Notizia scarsa, attira di più un cambio di casacca. Ma il caso di Ilaria Capua è diverso. Per il percorso che ha portato in Parlamento questa elegante virologa, per le ragioni che l’hanno condotta (mi verrebbe da dire costretta) a prendere questa decisione, per il modo elegante, garbato ma non debole né sottomesso, con cui ha salutato l’aula di Montecitorio.
Una vera signora, per usare una definizione di altri tempi. Arrivata a Roma, nei templi sacri della politica, circondata dalla fama che giustamente accompagna chi lascia segni indelebili nel proprio campo di attività (la ricerca nel suo caso), dopo poco più di un anno è diventata quasi scomoda per le accuse, pesantissime, lanciate da un settimanale. In copertina. 
La vicenda di Ilaria Capua, prosciolta lo scorso 5 luglio in sede di udienza preliminare con una sentenza passata in giudicato, si è trasformata in questo lasso di tempo da un caso di malasanità presunta (traffico di virus, vaccini ecc) in un caso, reale, di malagiustizia. Che non a caso è finito all’attenzione del Csm ma può questo garantirci che non si ripeta, che altri cittadini, con minore o nulla possibilità di far sentire la loro voce, non finiscano, anche loro malgrado, protagonisti di disavventure / farse con giudici un po’ sbadati sullo sfondo e operatori dell’informazione affetti dalla maniacale (e anche un po’ sadica) ricerca dello scoop?

Oggi, nel congedarsi dall’assemblea di Montecitorio, con fermezza e mai veemenza, con passione mai sfociata in risentimento e/o aggressività, Ilaria Capua ha pronunciato più volte una parola che troppo spesso la politica dimentica. Rispetto. La scienziata ha parlato di rispetto per i suoi elettori e di rispetto per se stessa, quello stesso rispetto che molti dei suoi colleghi non le hanno mostrato sin dall’indomani dello tsunami mediatico. 
Ha salutato dando una memorabile lezione di dignità. E’ fatta così, Ilaria Capua. I suoi gesti, le sue decisioni, i suoi comportamenti, spesso eterodossi, lasciano il segno. E’ stato così nelle politiche della sanità pubblica a livello mondiale che ha rivoluzionato con il suo coraggio.

Speriamo avvenga lo stesso nella politica nostrana, perché da Ilaria, dal suo stile garbato e dal suo rigore scientifico (potrebbe essere diversamente?), tragga una lezione di forma che è anche, anzi soprattutto, di sostanza.

Elena Vergnano