Lega di lotta e di governo. Salvini rispolvera l'antico motto bossiano, dall'affondo sugli immigrati e all'assalto alla manovra - Affaritaliani.it

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Ultimo aggiornamento: 13:21

Lega di lotta e di governo. Salvini rispolvera l'antico motto bossiano, dall'affondo sugli immigrati e all'assalto alla manovra

Arginare la svolta a destra di Conte, 'rubare' voti a FdI e FI

Di Alberto Maggi

Al Sud Salvini fa il leader di destra vera, al Nord e in Veneto usa un linguaggio ben diverso. La doppia strategia del segretario leghista


Lega di lotta e di governo. Matteo Salvini in questo scorcio di campagna elettorale in vista delle Regionali del 23-24 novembre rispolvera l'antico motto, non solo a parole, di Umberto Bossi. E lo fa in particolare al Sud. "Fuori dalle palle i migranti che non accettano le nostre regole", ha scandito il vicepremier e ministro dei Trasporti e delle Infrastrutture dal palco di Bari per il comizio del Centrodestra a sostegno del candidato Luigi Lobuono.

Una sorta di ritorno a Il Capitano del 2014 quello che anche con questi slogan forti portò il Carroccio alle elezioni europee al record del 35%. Una presa di posizione che si avvicina molto a quelle del vice-segretario leghista Roberto Vannacci (pur senza riscrivere la storia del Fascismo che per Salvini è morto e sepolto come il comunismo sovietico) ma che non piace ai pragmatici ed europeista Governatori del Nord, l'uscente in Veneto Luca Zaia in testa.

L'obiettivo di Salvini, al di là di come andranno i candidati della coalizione, è ripetere l'ottimo 9% abbondante alle Regionali in Calabria di ottobre cercando di arrivare o sfiorare il 10% in Puglia e attestarsi intorno al 7-8% in Campania. Un modo per zittire chi nella Lega, Zaia e non solo, vorrebbe che il partito tornasse a parlare più o solo di Nord. Il segretario vuole dimostrare con i numeri che il progetto di partito nazionale non è affatto fallito. Ovviamente il Veneto è importantissimo e con Zaia capolista in tutte le province e il candidato forte Alberto Stefani il Carroccio sogna il sorpasso su Fratelli d'Italia per tornate prima forza politica bella terra del Leone di San Marco.

Ma se i Veneto le parole d'ordine sono autonomia, efficienza, concretezza, sostegno alle imprese soprattutto piccole, al Sud serve una destra che alzi i toni per recuperare voti da FdI, che avendo in Giorgia Meloni la premier non può esagerare (visti i rapporti stretti con Ursula von der Leyen), e anche per arginare l'attacco di Giuseppe Conte che ha schierato il M5S sul tema sicurezza rilanciando l'emergenza violenze nelle città. Un tema da governo giallo-verde che ha spiazzato Elly Schlein.

Ma la Lega di lotta è di governo la si vede anche in Parlamento. Nonostante l'appello della premier a limitare gli emendamenti della maggioranza, il gruppo al Senato del Carroccio ne ha presentati circa un centinaio dalla RAI alle pensioni passando per la nuova rottamazione delle cartelle. Una scelta che mette in evidente imbarazzo il ministro dell'Economia Giancarlo Giorgetti (leghista della prima ora come tutti sanno bene). Molti di questi emendamenti non verranno ammessi, probabilmente, ma servono per fare pressione sul governo per ottenere sempre di più nel compromesso che poi verrà trovato in maggioranza.

Non solo, Salvini sa che Forza Italia è in crescita e si considera la seconda forza della coalizione di Centrodestra e questa svolta nei toni sui migranti/sicurezza e in Aula sulla Legge di Bilancio (con una sorta di assalto alla diligenze modello Prima Repubblica) serve anche a tentare di fermare l'ascesa degli azzurri del vicepremier e ministro degli Esteri Antonio Tajani. Insomma, riecco la Lega di lotta e di governo. D'altronde, malgrado le critiche del Senatùr al segretario, Salvini ha sempre riconosciuto che Bossi è un maestro abilissimo in strategia e tattica politica. E quindi ecco spiegate le ultime mosse della Lega e del suo leader.

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