Pd, Letta blinda la Cancellieri: "Voto sfiducia è anche per me"

Il voto di oggi sul ministro della Giustizia Anna Maria Cancellieri non è una semplice richiesta di dimissioni di un ministro, ma una richiesta di "sfiducia al governo", ha detto il presidente del Consiglio Enrico Letta, parlando ai deputati democratici e blindando la posizione del Guardasigilli: "E' un passaggio politico a tutto tondo, quello che viene chiesto è un voto di sfiducia al governo".
Il premier ha quindi chiesto un "atto di responsabilità" ai deputati Pd: "So che la pensiamo diversamente, ma vi chiedo atto di responsabilità. La nostra unità, l'unità del Pd, è l'unico punto di tenuta del sistema politico italiano". La vicenda Cancellieri è "frutto di una campagna aggressiva molto forte e slegata dal merito", secondo Letta. "Vi chiedo di considerare la cosa per quello che è: un attacco politico al governo. Mi appello al senso di responsabilità collettivo, che è parte di noi". La campagna "aggressiva" con toni "marcati" condotta dal Movimento 5 Stelle fino alla presentazione della mozione di sfiducia contro Cancellieri, è motivata dai risultati del M5s alle ultime elezioni locali: "La campagna Cinque Stelle più è aggressiva più sono deludenti i loro risultati sul piano dei voti nei territori".
La linea di palazzo Chigi quindi è rimasta la stessa, quella che è stata presa dall'inizio della vicenda: "Da quando Letta si è seduto al fianco del ministro nell'Aula della Camera fino ad oggi, non è cambiato nulla". Anche se in qualche momento la posizione del ministro ha vacillato: "Se fossero emersi elementi di rilevanza penale, sarebbe stato un altro discorso. Ma la nota della Procura di Torino ha sgombrato il campo anche da queste illazioni, e dunque...". Tanto più che la possibilità di un passo indietro "spontaneo" del ministro, pure sperato da alcuni settori del governo, non è arrivato.
La Procura di Roma indagherà sul caso che coinvolge il ministro della Giustizia Cancellieri. Gli accertamenti saranno avviati senza indagati o ipotesi di reato, così come l'incartamento è stato trasmesso dagli inquirenti di Torino. L'inchiesta della Procura di Roma sul caso "seguirà" gli accertamenti sinora svolti dagli inquirenti di Torino; il dato viene sottolineato a piazzale Clodio. Inoltre, si ribadisce che l'incartamento porterà alla rubricazione del fascicolo, in una prima fase, così come è stato fatto nel capoluogo piemontese. Quindi nessun indagato e nessuna ipotesi di reato. Allo stato non viene escluso che della questione possa venir interessato il tribunale dei ministri. In ogni caso, si ritiene prematuro qualsivoglia valutazione. "Bisogna prima leggere e verificare", si aggiunge.
Sullo sfondo resta invece l'altro artefice della "blindatura" della Cancellieri: nei giorni scorsi più volte Giorgio Napolitano si è esposto a difesa della Guardasigilli, prima ricevendola al Quirinale e mettendo nero su bianco il suo invito a proseguire nell'azione, poi facendo filtrare la soddisfazione per la nota della Procura di Torino che ha escluso l'iscrizione nel registro degli indagati del ministro. Una posizione che fonti parlamentari del Pd traducono così: "Il Presidente ci ha fatto capire che se salta il primo 'birillo' si rischia l'effetto domino".