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Politica
"M5S giustizialista, Pd appiattito". I renziani 'commissariano' Bonafede
(fonte Lapresse)

 

All’indomani del voto al Senato sulle mozioni di sfiducia al guardasigilli Alfonso Bonafede, parla ad Affaritaliani.it la deputata di Italia Viva Lucia Annibali, figura simbolo dell’approccio di IV sulla giustizia e già in prima linea nella battaglia sulla prescrizione con il lodo che reca il suo nome.  “A noi interessano i fatti, al di là di parole e rassicurazioni”, ha detto Annibali. Bonafede, insomma, è avvertito: “Nessuna fiducia in bianco, il ministro non può continuare a dettare l’agenda in solitaria. Serve totale coinvolgimento”. Proprio sulla prescrizione, la parlamentare ricorda: “E’ stata solo messa in stand by per via del Covid-19”. E sull’apertura da parte del titolare del dicastero di Via Arenula a una commissione ministeriale di monitoraggio aggiunge: “Per incidere deve poter lavorare nel merito. Altrimenti non ha senso di esistere”.

 

Annibali, Bonafede è salvo, ma rimane sul banco degli imputati?
Bonafede è salvo, ma solo per ragioni politiche e senso di responsabilità nei confronti del governo. Sui temi di giustizia, che ci dividono da sempre, però, continua ad esserci una enorme distanza.

Questo che cosa vuol dire?
Molto semplice: vuol dire che ora ci aspettiamo fatti concreti. La stessa prescrizione è stata messa in stand by a causa dell’emergenza coronavirus ma è un tema che rimane sul tavolo. A maggior ragione in un momento come questo nel quale proprio la giustizia non ha ripreso a funzionare a pieno regime. Ci sono linee guida frammentate su tutto il territorio nazionale che il Paese non può permettersi. Perché il funzionamento della macchina giudiziaria è fondamentale per la tenuta sociale e la ripresa economica.

Fino a ieri Italia viva ha tenuto sul filo il governo con l’ipotesi sfiducia al Guardasigilli. E non era la prima volta. Già a febbraio IV aveva minacciato di sfiduciare Bonafede sulla prescrizione. Come rispondete all’accusa di bluff o di “ennesimo penultimatum”?
Come al solito non vengono mai comprese le nostre ragioni, c’è sempre un pregiudizio rispetto alle posizioni di Italia Viva. Le nostre battaglie non nascono giusto per il gusto di metterci di traverso o fare il bastian contrario. Noi chiediamo solo di poter intervenire sul piano delle proposte e che queste possano essere prese in considerazione e dibattute. Chiediamo di poter dare il nostro contributo di idee. E’ ora di finirla con questa narrazione secondo cui se diciamo qualcosa c’è sempre un secondo fine.

Mi sta dicendo, insomma, che non c’è nulla di vero riguardo una contropartita sulle poltrone?
Non è un tema sul tavolo. E sia Renzi che Boschi lo hanno detto chiaramente. Poi che a metà legislatura si rimetta mano alle presidenze delle Commissioni è previsto dal Regolamento. Molte di queste presidenze, inoltre, sono in capo alla Lega che non è più in maggioranza.

Quindi, ammette che è una questione che state attenzionando?
No, non la stiamo attenzionando. Ma per una ragione molto semplice: è un argomento che deve affrontare il Parlamento.

Questo sul fronte parlamentare. Per quanto riguarda il governo, invece?
Renzi è stato chiaro su questo. Non ci interessano le poltrone.

Per lei, che ha condotto in prima persona con il famoso “Lodo Annibali” la battaglia sulla prescrizione, non sarà stato facile accogliere l’orientamento del suo gruppo e quindi la decisione finale di non votare a favore delle due mozioni. E’ così?
Non è così. Ritengo che quella di ieri sia stata la scelta giusta. Anche se la mozione della Bonino era condivisibile nei contenuti.

E quella del centrodestra?
Prendeva le mosse da un confronto televisivo. Sono dell’idea che il caso Di Matteo sia più un regolamento interno al M5S, di rapporti e aspettative disattese. Insomma, un tema che non può essere oggetto di una mozione.

Comunque, alla fine della giostra, Bonafede ha detto che sulla prescrizione sarà istituita una commissione ministeriale di approfondimento e monitoraggio. Siete soddisfatti?

Il ministro ha parlato di un monitoraggio rispetto all’impatto della riforma del processo penale e della prescrizione. Sono due cose diverse. Detto questo, l’idea del monitoraggio non è una novità, era già previsto. Tra l’altro aggiungerei un piccolo dettaglio.

Quale?
Come si fa a monitorare qualcosa che ancora non c’è?

Quindi, nessun passo avanti alle viste?
Se la commissione lavorerà sul merito, allora, vorrà dire che ci muoviamo nella direzione giusta.

Bonafede, insomma, è avvertito?
Non si tratta di lanciare avvertimenti. Serve un maggiore coinvolgimento. Ma una cosa è certa.

Cioè?
Non si può pensare che Bonafede continui a dettare l’agenda a senso unico e poi costringerci, come è più volte accaduto in questi mesi, a cercare di correggere il tiro su misure sbagliate. In generale, il tema della giustizia deve essere trattato con maggiore dignità e consapevolezza.

Altrimenti?
Altrimenti si reca un danno al Paese, a tutti i cittadini.

Tornando sulla commissione ministeriale che dovrà prendere vita, lei, come ha detto anche Renzi, è candidata a farne parte.
Vedremo come sarà strutturata. Di sicuro, partecipando da capogruppo di IV a tutti i tavoli sulla giustizia, non farei mancare il mio contributo.

In generale, pensa che la materia giustizia sia stata strumentalizzata?
Credo che la giustizia non sia uno strumento da usare a fini di vendetta. E’ stata troppo “maltrattata” e piegata per visioni politiche:

Si riferisce al Movimento Cinque Stelle?
E’ risaputo che il M5S ha costruito il suo consenso proprio su giustizialismo e cultura del sospetto.

La prossima battaglia sarà sul ddl Costa il cui approdo in Aula è stato stoppato dall’emergenza Covid-19. Come vi regolerete?
Non ci servono armi di ricatto. Il nostro intento è riuscire a fare un buon lavoro nella maggioranza. Un lavoro serio. Anche coinvolgendo le opposizioni. Serve maggiore armonia e condivisione. D’altronde, pure dal Pd sono arrivate critiche.

Ecco, appunto: il Pd. Sui temi di giustizia come valuta le posizioni assunte dai dem?
Dovrebbero essere meno appiattiti rispetto alla linea dettata dai Cinque Stelle. Poi, se si trovano a loro agio, è un altro discorso.

Superato lo scoglio delle mozioni di sfiducia, il governo durerà fino al termine della legislatura?
Vedremo, se farà cose buone sì. Dovrà dimostrare di essere all’altezza delle sfide che avremo davanti. Noi continueremo a lavorare e incalzare perché ciò avvenga.

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