Politica
Ecco come sarebbe l'Italia con il M5S al governo
Di Gianni Pardo
Siamo tutti intenti a chiederci che cosa avverrà in Spagna, ed anche che tipo di politica farà il nuovo governo. E tuttavia la domanda giusta potrebbe essere un’altra: che spazio di manovra si ha all’interno dell’eurozona?
Facciamo l’ipotesi che in Italia il M5s vinca le prossime elezioni politiche al primo turno e benefici del potere con conferisce l’Italicum. Anzi, per semplificare, facciamo che da noi un dittatore prenda un potere simile a quello che Stalin aveva sulla Russia Sovietica. Uno che possa decidere qualunque cosa, inclusa la morte di buona parte della popolazione per fame (ma questo lo fece Mao, non Stalin). E ammettiamo che voglia raddrizzare la nostra situazione economica. Che cosa potrebbe fare?
Secondo l’establishment, la salvezza dovrebbe venire automaticamente dall’austerity, dal pareggio di bilancio e dalla severa applicazione dei patti sottoscritti. I nuovi partiti “populisti” invece constatano che questa politica non funziona e il rilancio dell’economia non sembra nemmeno albeggiare. Pensano dunque che bisognerebbe uscire dall’Unione Europea e fare una grande politica keynesiana di deficit spending. Ma funzionerebbe?
Per spendere e spandere bisogna uscire dall’euro. Del resto, se non ne uscissimo volontariamente, ci butterebbe fuori l’Europa. Ma le Borse ne dedurrebbero che il nostro debito pubblico non è più garantito dalla Banca Centrale Europea e sarebbe come se avessimo dichiarato lo stato d’insolvenza (vulgo “fallimento”): gli investitori infatti si chiederebbero quante probabilità ci sono che un Paese come l’Italia ripaghi il suo debito pubblico e si risponderebbero che ovviamente non ce n’è nessuna. In realtà non l’ha neanche oggi, ma lasciamo perdere.
La conseguenza sarebbe una drammatica crisi di Borsa con l’Italia che non riesce a collocare nuovi titoli a copertura di quelli in scadenza, o comunque deve offrire interessi insostenibili, fino al 7-8% ed oltre. Il debito sarebbe ripagato stampando nuove lire e immettendo in circolo, già il primo anno, una somma di circa quattrocento miliardi, con corrispondente diminuzione del valore della valuta nazionale ed uno spaventoso aumento dei prezzi. Sarebbe un disastro per i percettori di reddito fisso, per i creditori e per il costo delle materie prime acquistate all’estero. Non è strano che nessun governo metta in discussione l’Ue.
Ma è anche vero che, se tutto ciò danneggerebbe gravemente l’Italia, danneggerebbe anche l’Europa. E infatti essa ha interesse a che nessun membro importante dell’eurozona si ponga in Di Gianni Pardo
stato d’insolvenza sostanziale perché ciò provocherebbe gravi danni ai creditori (due terzi del debito italiano sono in mani straniere) e un effetto domino che farebbe scoppiare la moneta comune. È questa la ragione per cui interviene col famoso quantitative easing, inducendo nel mondo la sensazione che il debito sia garantito dall’Europa “whatever it takes”, a qualunque costo, come ha detto Mario Draghi.
E allora il dittatore potrebbe fare un diverso ragionamento: l’Italia non può lasciare l’Unione Europea perché subirebbe una catastrofe economica, ma a sua volta l’Unione Europea non può lasciarla fallire perché sarebbe un disastro per l’intera eurozona, a cominciare dai detentori del nostro debito pubblico all’estero. Ecco allora il piano: “Rilanciamo la nostra economia sfondando il famoso limite del 3% di deficit, spendiamo e spandiamo come è necessario, ché tanto nessuno oserà buttarci fuori”.
Purtroppo l’Italia e l’Unione Europea hanno di fronte un interlocutore contro il quale nessuno può nulla: le Borse. Se ci mettessimo a far esplodere il nostro debito, sperando che la Bce sostenga il corso dei nostri titoli, anche gli altri Stati, per non pagare i nostri lussi, farebbero altrettanto e la crisi sarebbe quella già descritta, continentale e incontrollabile. Volevamo comportarci male soltanto noi, ma ci comporteremmo male tutti e presto saremmo tutti in bancarotta.
Siamo su una barca e finché nessuno si muove la barca galleggia, (anche se non si sa per quanto tempo ancora). Se viceversa qualcuno comincia a fare il pazzo, e soprattutto se alcuni si spostano tutti insieme da una parte, la barca si capovolgerà, scaraventando tutti in acqua. In altri termini, finché stiamo zitti la Banca Centrale Europea fa finta d’avere i soldi per sostenere il corso dei titoli di Stato: ma la cosa funzionerà finché qualcuno non temerà di rimanere col cerino in mano. Perché in quel momento tutti si precipiteranno per non essere gli ultimi a tentare di liberarsi dei titoli spazzatura. E sarà il disastro borsistico planetario.
Può darsi che i nostri governanti non abbiano idee ma, avendole, temerebbero ancora che potrebbero far capovolgere la barca. E chi gli perdonerebbe d’avere turbato un equilibrio che intanto assicurava una navigazione tranquilla?
Insomma, o un governo del M5S non farà nulla o farà crollare tutta la baracca. Ma dopo tutto, forse doveva crollare in ogni caso.
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