Politica
Macron da Meloni perché sa che l'Italia non si può isolare (altrimenti vola Le Pen). E Roma è l'anello con Trump
Il retroscena sul faccia a faccia a Palazzo Chigi

Macron da Meloni, l'analisi dell'incontro bilaterale
La presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, accompagnata dal suo consigliere militare Franco Federici, ha incontrato a Palazzo Chigi il presidente della Repubblica francese, Emmanuel Macron. Tra i due scambio di baci e larghi sorrisi, anche in favore delle telecamere. Secondo quanto spiegato dalla presidenza francese alla stampa, riporta Afp, l'Italia è "un partner importante" con "un ruolo cruciale da svolgere nelle decisioni europee", soprattutto nel conflitto ucraino. Questo appuntamento deve permettere di verificare "che siamo capaci di procedere assieme sull'essenziale", è stato ancora sottolineato.
Ma che cosa c'è davvero dietro al faccia a faccia tra la premier e il presidente francese? Una cosa è certa, come spiegano fonti di governo ai massimi livelli, Emmanuel Macron non è venuto a Roma chiedendo un incontro ufficiale a Palazzo Chigi con Giorgia Meloni per fare un piacere alla presidente del Consiglio. Se ha fatto questo gesto è perché gli conviene. Ed è proprio così.
La realpolitik è arrivata anche all'Eliseo dove il presidente, debolissimo in patria con un governo di minoranza, sa perfettamente che in Europa non si può isolare l'Italia, terza economia del Vecchio Continente e seconda manifatturiera dopo la Germania. E soprattutto unico tra i grandi Paesi Ue con un governo stabile, considerando anche il traballante Friedrich Merz, cancelliere impallinato alla prima votazione al Bundestag e salvato dal certosino lavoro di Ursula von der Leyen che non poteva permettersi il ritorno alle urne a Berlino con il quasi certo trionfo della destra di Afd.
E comunque, nonostante le posizioni durissime contro la Russia e non in linea con Roma, Merz, che vuol dire Partito Popolare Europeo, ha stretto un forte legame proprio con Meloni anche e soprattutto grazie alla mediazione del vicepremier Antonio Tajani, anche lui membro del PPE come il Cancelliere. A Bruxelles come in Germania i socialdemocratici, rappresentati in Italia dalle posizioni estreme di sinistra di Elly Schlein ma non di tutto il Pd, sono minoranza anche se non all'opposizione.
Ultimo elemento, fondamentale, Macron sa perfettamente che la presidente del Consiglio è l'anello di collegamento tra le due sponde dell'Atlantico ed è l'unica in grado di far ragionare Donald Trump. Un ruolo chiave come si è visto con il rinvio dei dazi al 9 luglio. Un ruolo che la premier può giocare anche sulle difficili partite geo-politiche del conflitto Ucraina-Russia e del caos in Medio Oriente.
Macron insomma non è certo venuto a fare un favore a Meloni ma la sua visita a Roma è legata alla presa di coscienza che l'Italia gioco un ruolo chiave, a Bruxelles e soprattutto nel rapporto con gli Stati Uniti. Non solo, in chiave interna il numero uno dell'Eliseo vuole dimostrare all'opinione pubblica francese che per parlare con l'Italia non ha bisogno di Marine Le Pen, mossa strategica per evitare che la destra transalpina salga ulteriormente nei sondaggi.