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Politica
Marco Minniti: è nata una stella?

Marco Minniti (60) è una figura particolare all’interno del centro - sinistra e del Pd.

Particolare perché si muove leggermente defilato, quasi sempre in seconda fila e sempre nei toni giusti di una sostanziale moderazione proattiva che piace anche fuori dal suo partito.

Marco Minniti è un uomo del Sud e di un Sud difficile e cioè quella Calabria impregnata di ‘ndrangheta e scarso senso dello Stato.

Nasce a Reggio Calabria e fa tutta la sua carriera nel Pci e poi nei Ds sempre vicino al suo mentore Massimo D’Alema che avendone intuito le doti ne promuove le fortune sia come uomo di partito che delle Istituzioni. Deputato e Senatore inanella una prestigiosa serie di sottosegretariati d’alto livello nei governi Prodi, D’Alema, Amato, Letta per poi balzare al top come Ministro dell’Interno nell’attuale governo ed esordire con un po’ di fortuna nell’uccisione a Sesto San Giovanni del terrorista Anis Amri autore dell’attentato a Berlino.

Fondamentale poi la delega ai Servizi come sottosegretario alla Presidenza del Consiglio dei Ministro con Letta e Renzi.

Dunque un CV di tutto rispetto.

Marco è l’”uomo che risolve i problemi” e proviene dal pensatoio di quei “Lothar” dalemiani che sul finire del millennio sembrava avere in mano l’Italia.

La stella di Minniti è però cominciata definitivamente a brillare con l’ultima nomina a Ministro degli Interni, posto prestigioso e delicatissimo per cui ci deve necessariamente essere una totale consonanza con il Presidente del Consiglio (in questo caso con l’azionista di maggioranza e cioè Matteo Renzi).

E Minniti, sia pure in pochi mesi ha dato segnali forti e chiari all’opinione pubblica che era ora di cambiare dopo la pessima gestione di Angelino Alfano che ha fatto diventare l’Italia un colabrodo di sbarchi.

Sull’annoso problema dei migranti, ad esempio, ha chiesto maggiore impegno ai prefetti sui nuovi Cie (Centri di identificazione ed espulsione) che dovranno essere piccoli (80 - 100 persone), vicino agli aeroporti e dislocati su tutto il territorio nazionale in ogni Regione.

La proposta ha provocato la solita reazione buonista sia dentro che fuori il partito ma Marco ha tirato diritto gettando acqua sul fuoco e intanto perseguendo nell’iter legislativo.

Qualche giorno fa si è imposto invece su una questione di principio e cioè la garanzia della libertà d ‘espressione sancita costituzionalmente anche per Matteo Salvini intervenendo nella diatriba con il Sindaco di Napoli De Magistris e poi è piaciuto molto il suo discorso al Lingotto.

Tutto questo ha naturalmente fatto pensare che non solo fosse nata (o meglio per chi conosce la sua carriera “maturata”) una stella ma che ci fosse un altro contendente vero al ruolo di leader naturale del Pd.

Marco Minniti è in crescita di popolarità sia interna che esterna ed ha tutte le carte in regola per prendere in mano il partito. È una figura che unisce e non divide, ecumenica come può essere un democristiano del Sud temprato però da una forte dose di autorevolezza comunista che lo porta a dire pane al pane e vino al vino, non poco per combattere i falsi idoli dai piedi d’argilla del populismo nostrano.

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