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Palazzi & potere
C'è qualcosa che non va nel mondo delle "destre"

Indubbiamente il terrorismo islamista, le crisi economiche e l'ondata di migrazioni dai paesi in guerra e alla fame stanno facendo emergere ovunque una destra dai connotati rozzi. 

Perfino nei tratti somatici dei leader che la stanno incarnando emerge qualcosa di esagerato, di strano, così da dare nuovo sostegno alle tesi dell'antropologo Cesare Lombroso.

Dall'orribile riporto rosso di Trump, al volto stralunato di Boris Johnson allo speech ruvido del nostro Salvini culminato nella volgarità boomerang della sua bambola gonfiabile.
Sembra come che, per esser alternativi al blocco di potere rappresentato dalla sinistra globale, si debba essere un mix tra un troglodita ed un demagogo. 
Del resto baffetti, baffoni e ciuffetti hanno già confermato la tesi lombrosiana e anche che, in politica, non portano davvero nulla di buono. 
Sarà un caso, ma l'inusuale aspetto fisico di Trump si combina con le sue proposte politiche generali, molto atipiche per il Partito repubblicano americano grazie al quale ha ottenuto comunque la nomination. In politica estera, dove la superpotenza Usa sembra volersi trasformare in una succursale della Russia putiniana. Ma ancor più in politica economica, dove le sue posizioni anti-liberiste e contrarie al libero scambio devono mettere seriamente in imbarazzo, e prendere in contropiede, certo anticapitalismo antiamericano tanto diffuso in Europa e anche in Italia. Se i nuovi trattati sul libero scambio, come il TTIP, servono al grande capitale delle multinazionali, specie americane, per assoggettare a sé il resto del mondo, perché mai un esponente così potente e simbolico del capitalismo a stelle e strisce è diventato un nemico feroce del TTIP in chiave fortemente nazionalista, affermando che questo accordo, come altri, serve alle altre economie sviluppate per imporre la propria linea agli Stati uniti, contro gli interessi del popolo americano?

Ma torniamo in Italia, qui la situazione sembra ancora più complessa per il blocco politico che dovrebbe rappresentare un'alternativa al Pd e ai suoi sodali.

La linea ondivaga di Forza Italia non regge perchè sospesa tra il NO al referendum e le voci sulla possibilità di un nuovo Nazareno, cioè un accordo centrista per un governo di grande coalizione che escluda le ali estreme; La Lega di Salvini, anzichè far tesoro della battuta d'arresto, ricevuta alle amministrative, al Nord e la totale inconsistenza registrata nel resto d'Italia, continua ad alzare i toni in modo sgangherato fino all'esasperazione contro l'Euro, la BCE, la globalizzazione dei mercati, facendo così scappare i cosiddetti moderati.

Perchè le persone di buon senso e che hanno solo qualche risparmio da difendere queste esasperazioni non le sopportano più. 

Oramai è chiaro che l'Italia senza Draghi, la BCE, il bazooka del Quantitative Easing ed i bassi tassi d'interesse, sarebbe già saltata per aria, perchè la nostra economia è strozzata dalle tasse e dalla burocrazia ed al contrario dell'economia dell'UK, che poi dell'Europa non ha mai fatto parte fino in fondo, ha bisogno dell'Europa.

Gridare NO EURO puó far breccia su una parte residuale dell'elettorato, come peraltro dimostrano i dati delle ultime amministrative.

In Italia poi abbiamo il Movimento 5 Stelle, che ha già dato prova di essere più attrattivo della destra sgangherata, quando si tratta di gridare e agitare il popolo.

Per non diventare ininfluente il centrodestra deve quindi trasformarsi finalmente in destra liberale, autorevole, una cosa seria che, come tutte le cose serie, è molto difficile da realizzare.

Berlusconi, riesce comunque, ancora una volta, a ricollocarsi al centro del quadro politico e tira fuori dal mazzo Parisi, ma per fare cosa? Puntare al centro e mettersi d'accordo con Renzi o per far svolgere al nuovo delfino una mera funzione organizzativa e  ristrutturare il centrodestra per farne una casa meno lombrosiana di quello che è oggi? 

La risposta va data subito, perchè c'è chi non vuol morire lepenista, ma nemmeno renziano e vorrebbe invece partecipare alla costruzione di un centrodestra alternativo alla sinistra, ma con un profilo autorevole e liberale. Un'aggregazione politica che si attende dal 1994.

Questa è la vera sfida che ancora, dopo vent'anni, continua ad avere di fronte il centrodestra italiano. 

 

Andrea Bernaudo

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