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Palazzi & potere
Crac banche venete: buco di 40,8 mld di euro peggio di Parmalat e Argentina

La Bce, dopo aver bocciato assieme al Mef e Bankitalia, una proposta concreta di un gruppo di quattro fondi d'investimento internazionali, che avevano offerto una iniezione di capitali freschi per 1,6 miliardi in Popolare di Vicenza e Veneto Banca a fine maggio, senza ricevere alcun riscontro dalle autorità italiane, ha varato la procedura che  porterà Veneto Banca e Popolare di Vicenza alla liquidazione e alla successiva vendita di asset a Banca Intesa Sanpaolo, con un costo a carico della fiscalità generale tra i 10 e i 12 miliardi di euro, secondo il consueto schema truffaldino, di privatizzare i profitti per socializzare le perdite.

"Stiamo seguendo la situazione, in continuo contatto tra il ministero dell'economia, le autorità finanziarie italiane ed europee,  se ci saranno decisioni da prendere le prenderemo,  In ogni caso "le garanzie per con i risparmiatori e i correntisti nelle discussioni che stiamo facendo mi sento di confermarle totalmente". Così il presidente del Consiglio, Paolo Gentiloni, al termine del vertice Ue, una dichiarazione tragicomica, dopo la gestione fraudolenta del credito e del risparmio col concorso di Bankitalia, CONSOB, ed i muri di gomma delle Procure, che hanno chiuso tutte e due gli occhi sul 'sistema Veneto', che ha visto già bruciare per 207.000 famiglie delle due banche venete, sudore e risparmi di intere generazioni, stimate in 28,8 mld di euro nell'ultimo quadriennio tra perdite nei bilanci, aumenti di capitale, azzeramento del valore gonfiato delle azioni. Le pubbliche finanze, dopo i lunghi sonni di Bankitalia e del ministro dell'Economia Padoan, dovranno ripianare le perdite, stimate in 12 mld di euro, farsi carico del fondo esuberi, che sarà ricapitalizzato con circa un miliardo; complessivamente, l'esborso per lo Stato sarà nell'ordine dei 10-12 miliardi, con un decreto fotocopia del 22 novembre 2015 che mise in mezzo ad una strada 130.000 famiglie delle 4 banche in risoluzione (Banca Etruria,Marche, CariChietk, Carife), ossia l'azzeramento del capitale e di circa 1,2 mld di bond subordinati, con la nomina dei consueti fiduciari di Bankitalia, i cui disastri sono sotto gli occhi di tutti.

Come ricostruito da alcuni quotidiani, il conto per il pubblico arriva a 12 mld: 1 mld per 3.500 esuberi programmati, circa 1,5 miliardi di crediti fiscali lasciati al compratore, il finanziamento di sofferenze e crediti problematici che Banca Intesa non vuole accollarsi che finiranno in una bad bank statale sul modello della Rev, nata dalle ceneri delle quattro banche ponte. Una mole di attivi fino al doppio dei 10 miliardi di sofferenze effettive, e da finanziare con almeno 6 miliardi. In aggiunta, c'è lo "sbilancio" delle attività residue di Vicenza e Montebelluna. Se infatti il compratore - come ha annunciato - rileverà tutti i depositi delle due banche venete ma solo una frazione dei loro crediti, rimarrebbero in capo alla liquidazione degli attivi in eccesso, da colmare con nuovo patrimonio (pubblico) stimato in altri 5-6 miliardi.

Un bagno di sangue per risparmiatori già truffati ed espropriati e per le casse pubbliche di almeno 12 mld di euro, che oltre ai 28,8 mld di capitali e risparmi bruciati arriva ad oltre 40 mld di euro, una catastrofe finanziaria superiore di 12,8 mld ai crac Parmalat (14 mld di euro); ed alla truffa dei tango bond, di ulteriori 14 mld addossati a 500.000 risparmiatori. 

Elio Lannutti (Adusbef) 

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