Elezioni 2018: Vivendi-Mediaset, la pace caricata sulle spalle di Tim
Elezioni 2018. Esuberi, separazione della rete, guerra col Biscione: il futuro di Telecom adesso è appeso al risultato di Berlusconi
Il futuro di Telecom Italia è sospeso al risultato elettorale del 4 marzo. Un bel paradosso per un' azienda che vent' anni fa fu privatizzata per fare cassa in vista dell' ingresso nell' euro, ma anche per sottrarla ai condizionamenti della politica. L' azionista di controllo, la francese Vivendi di Vincent Bolloré, è impegnata da un paio d' anni in una complicatissima partita legale con la Mediaset dell' amico-rivale Silvio Berlusconi, scrive il Fatto.
Se il voto riportasse al potere il condannato ineleggibile, Tim e la sua cassa potrebbero essere sacrificate alla risoluzione della controversie. Sia Vivendi che Mediaset sono venditori di contenuti televisivi e Telecom Italia ne è potenziale acquirente per avere merce da distribuire sulla rete Internet a banda larga: un mercato dove è molto labile il confine tra una strategia vincente e il denaro buttato per fare felici le imprese televisive. Se Berlusconi andasse male alle elezioni, Bolloré potrebbe trovarsi a discutere con un governo meno amico e intenzionato a usare gli scarsi strumenti disponibili per evitare che le incertezze strategiche della Tim a trazione francese lascino l'Italia senza telefoni.