I bersaniani vogliono bandire i massoni: no a magistrati e forze dell'ordine
Magistrati e membri delle forze dell' ordine «incompatibili». I politici devono «dichiarare» l'appartenenza
Quattro articoli di legge, la 4422, per mettere in pratica la cultura del sospetto contro i massoni sponsorizzata soprattutto dalla Commissione antimafia. E che porta non a caso il vicepresidente della Bindi, Claudio Fava, ad esserne il primo firmatario. Gli altri sono tutti uomini del gruppo di Bersani alla Camera.
Nel testo preparatorio si scrive che «quanto ai parlamentari, ai dipendenti pubblici, nonché a coloro che ricoprono incarichi pubblici», ci vuole «un obbligo dichiarativo sull' eventuale appartenenza a qualunque titolo ad associazioni massoniche o similari che creino vincoli gerarchici, solidaristici e di obbedienza». E questo perché sarebbe «del tutto evidente che se una persona è affiliata a logge massoniche e al contempo è un dipendente pubblico, tanto più se ricopre un incarico pubblico giura fedeltà alla propria loggia, essendo altresì, un servitore dello Stato».
L' unico particolare, scrive il Tempo, è che nessuno in massoneria giura fedeltà alla propria loggia bensì alla Costituzione. Ma secondo quelli del Mdp Articolo 1, «è più che possibile che le due appartenenze, oltre a creare un conflitto ab origine, si traducano in atti che mettono a repentaglio quel medesimo principio di cui all' articolo 97 della Costituzione, nonché quello sancito all' articolo 98 della Costituzione». E cioè che «i pubblici impiegati sono al servizio esclusivi della Nazione».