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Palazzi & potere
Italia, anno 2018: elezioni e poi....che succederà?

Pensiamo per un attimo di avere la macchina del tempo e di spostarci in avanti di 365 giorni.

Marzo 2018.

Le elezioni politiche si sono svolte da una ventina di giorni. Sta per iniziare la XVIII legislatura.

Si prepara la prima seduta delle nuove Camere. Si ipotizzano scenari per il nuovo Governo.

L’attesa è grande, perché grande è l’incertezza.

Dopo una campagna elettorale molto vivace si è votato con le due leggi frutto delle decisioni della Corte costituzionale. Alla Camera l’Italicum corretto dalla sent. n. 35 del 2017; al Senato dal Consultellum derivante dalla sent. n. 1 del 2014.

Per mesi, i partiti hanno provato a scrivere una nuova legge elettorale, ma alla fine per pochi voti, l’accordo non è stato raggiunto.

In campagna elettorale sono fioccate le accuse reciproche, per non aver dato seguito all’invito della Corte costituzionale e poi anche del Presidente della Repubblica di individuare una legge che garantisse una governabilità solida.

E la mancanza di accordo non ha fatto che accrescere la sfiducia popolare.

Che ha portato ad un ulteriore aumento dell’astensionismo e delle schede bianche e nulle.

Ma, tanto, i dati sui non votanti, si dimenticano presto e si passa alla divisione dei seggi sui voti validi. Come sempre.

Purtroppo i risultati hanno portato a un quadro politico molto frammentato.

Ha vinto di poco il PD, con il 30,5%, ben lontano dalla soglia del premio di maggioranza (per gioco utilizziamo i sondaggi disponibili alla data di oggi). Poi il M5stelle con il 28%, comunque un ottimo risultato. Forza Italia è rimasta lontana, con il 12.3%, superata dalla Lega Nord che è arrivata al 13%. Fratelli d’Italia ha raggiunto il 5.2, Praticamente lo stesso risultato di DP, nato dalla scissione del PD. La soglia di sbarramento è stata superata anche da NCD e Sinistra italiana, con il 3.3 e il 3.2%.

Tutti gli altri non hanno superato lo sbarramento. AL Senato la situazione è ancora più complicata.

E ora che succede?

Occorre tentare un governo di larghe intese. Coinvolgendo oltre al PD, almeno Forza italia, DP, NCD e Sinistra Italiana, per raggiungere la soglia di maggioranza. Ma un governo così composito riuscirà a lavorare? O prevarranno i veti incrociati?

E allora bisognerà tentare di coinvolgere anche Lega Nord, Fratelli d’Italia o addirittura i 5 stelle?

Le polemiche sono infuocate.

Le accuse velenose.

Forse il Governo non si fa.

Dal Quirinale emerge grande preoccupazione. Se nessun governo riesce a ottenere la fiducia la soluzione è può essere un governo tecnico. Ma sarà troppo fragile?

O addirittura si dovrà tornare a votare fra un paio di mesi (come accaduto anche in Spagna e in Grecia negli anni scorsi?)
E intanto lo spread continua a salire.

 

Tags:
elezioni 2018sergio mattarellagoverno italiapaolo gentiloni





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