MENTANA: BAVAGLIO AL WEB? IDEA ASSURDA E IMPOSSIBILE - Affaritaliani.it

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MENTANA: BAVAGLIO AL WEB? IDEA ASSURDA E IMPOSSIBILE

Enrico Mentana, direttore del tg di La7, nel 2016 ha coniato e diffuso il termine "webeti" per indicare il populismo spicciolo e le polemiche gratuite dei commentatori online. Oggi in un'intervista a "Il fatto quotidiano" torna parlare di fake news e del "diritto della libertà di espressione, che non può essere represso, ma al massimo regolato" . In particolare, il direttore dice la sua in merito al fatto che il presidente dell'Antitrust propone un'agenzia pubblica che monitori le notizie false sul Web. "In generale - spiega Mentana - sono contrario alle censure e alle sanzioni. Non sono contrario, però, all'idea di un organismo di fact checking, ma deve valere per tutti i settori, non solo per il Web. L'informazione deve essere verificata a ogni livello, per ogni organismo che possa diffondere notizie false. Per farlo, però, dovrebbe esserci un esercito: è questo il problema di fondo dell'idea di un ente pubblico. Sarebbe più agevole che agisse il sistema che veicola le informazioni o i commenti, da Facebook a Google". Alla domanda "E basterebbe?" Mentana risponde: "No. L'unica arma davvero efficace è l'identificazione diretta. Dovrebbe esserci l'obbligo di certificare la propria identità e quindi di essere riconoscibile. Capita che si esprima il proprio pensiero e ci si ritrovi commenti del tipo 'stai zitto bastardo di merda', firmato da XYZ. Indenunciabile". "L'identità - sottolinea Mentana a 'Il fatto quotidiano' - non può essere nascosta: puoi essere libero di dire ciò che vuoi, ma devi metterci nome e cognome. Il vero nemico, in una società libera, è l'anonimato". Sul fatto che spesso i siti che diffondono notizie false sono anonimi Mentana aggiunge: "Chi fa informazione ha dei vincoli, tra cui quello della responsabilità del direttore anche sul lavoro dei propri giornalisti. Se si costringesse chi è sul Web a essere raggiungibile e identificabile, non ci sarebbe bisogno di alcun ente censore che, oltretutto, genererebbe una lunga sfilza di contenziosi, decenni per decidere chi abbia ragione ed eventuali tribunali civili. Se qualcuno volesse avvelenare i pozzi, dovrebbe metterci la firma. Dovrebbe esserci un social network nazionale, a cui ci si registra con nome e cognome e dove puoi anche scrivere 'sei un co….' o che Berlusconi è incensurato, ma firmato".