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Palazzi & potere
Pd, "patto d'acciaio" tra Zingaretti e Di Maio: tutti i particolari

Ormai anche per il Partito Democratico un dato è certo: lo sfaldamento del MoVimento 5 Stelle rischia di mettere a repentaglio la tenuta del governo. E proprio questo, sarebbe stato il vero tema dell'incontro a sorpresa tra il segretario dem Nicola Zingaretti e il leader dei 5Stelle Luigi Di Maio che si è tenuto nei giorni scorsi a Palazzo Chigi: in poche parole il leader del Movimento avrebbe chiesto una mano al segretario dem per evitare la diaspora grillina. Come?

La paura, rivela l'informatissimno Dagospia, è che con la nascita del "nuovo partito", Zingaretti possa diventare un polo attrattivo in più (oltre alla Lega) per i fuoriusciti grillini. Quindi patti chiari amicizia lunga: se mai ci saranno fughe l'approdo non dovrà essere nel nuovo Pd. E sulla questione sarebbero giunte tutte le rassicurazioni del caso dallo stesso segretario dem.

Oggi intanto inizia la due giorni nell'Abbazia di Contignano, vicino Rieti, per mettere a punto le proposte di rilancio del governo Conte da mettere sul piatto nella prossima verifica. 120 giornalisti accreditati, talk e tg mobilitati. Ma dal Nazareno l'ordine di scuderia è di minimizzare: "Domani non esce un programma. Sarà la prima volta di incontro, di un seminario dei gruppi parlamentari coi ministri e sottosegretari del governo. Il lavoro sarà la base per il confronto con Conte.

I materiali poi verranno consegnati ai gruppi parlamentari per preparare un contributo per la verifica. Vogliamo rafforzare l'azione di Governo portando il nostro contributo di idee e proposte per un agenda di cose da fare che Conte dovra' preparare. Giustizia fiscale', scuola e conoscenza, green economy infrastrutture digitale".

Ma in queste ore al Nazareno (dove, come Dagoanticipato nelle scorse settimane, non è più  un tabù parlare di revoca della concessione autostradale ad Aspi) si sta discutendo anche di altri due temi. L'intervista di Renzi al Corriere e quella della "sardina" Santori dall'Annunziata. Su Renzi il giudizio è tranchant: "Ma quale autostrada per Italia Viva la svolta di Zingaretti. Il partitino di Renzi sta ai livelli di Leu. E lui sempre e parlare di Pd. Pensasse a far crescere il suo partitino invece di parlare sempre di noi".

È stata invece bene accolta l'intervista di Santori: "Parole e impostazione  molto corrette e condivisibili. I partiti non devono mettere il cappello sui movimenti nè tanto meno pensare di inglobarli. Sarebbe sbagliatissimo e arrogante:  devono ascoltare e dare risposte ai temi che pongono". Insomma, fra sardine e PD è iniziato il corteggiamento.

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