Palazzi & potere
Il pm Rossi confessa su papà Boschi: "Può darsi abbia commesso un errore
"Come si fa a credere che io abbia favorito Pierluigi Boschi?", domanda Rossi a un cronista del Giornale. La gogna gli è stata messa al collo, dopo che si è venuto a sapere che nel 2010 aveva indagato papà Boschi per la compravendita sospetta di una fattoria in provincia di Arezzo. "Ma si figuri che nemmeno ricordavo di aver disposto una perquisizione a casa sua. Consideri che allora non era nessuno, cioè non era il padre di un ministro. Il suo nome l' ho letto solo sulle carte. Poi finì tutto con l' archiviazione perché non c' erano elementi per fare altro. Anche i componenti del cda dell' ex Banca Etruria stiamo indagando, ma non per questo li conosco personalmente. Infatti non ho fatto menzione nemmeno di loro. Mi pare la stessa cosa" sottolinea Rossi. "Per me conoscere qualcuno significa frequentarlo, andarci in vacanza insieme, a cena fuori. O almeno parlarci una volta, io non l' ho mai fatto con il signor Boschi. Anzi io l' ho indagato.
Come potrei volerlo favorire?". E il fatto di essere stato consulente tecnico per il Dipartimento per gli affari giuridici e legislativi del governo Letta e Renzi, racconta Il Giornale, non l' ha agevolato. "Quell' incarico mi serviva, come fanno molti miei colleghi, per valorizzare il mio curriculum. Invece è stato detto che sono stato il consigliere di Renzi. Io Renzi non l'ho neanche mai conosciuto perché ad Arezzo non è mai venuto. Mi limitavo a dare pareri tecnici su norme di leggi che mi venivano mandate per mail, si figuri. Sulla depenalizzazione, sui reati tributari, illeciti. Io davo il mio parere giuridico, tutto qui. L' ho fatto 7-8 volte".
Quell' incarico è scaduto naturalmente il 31 dicembre scorso e non rinnovato. "Dopo quello che è successo che valore può avere adesso quella consulenza secondo lei? Mi ha solo danneggiato. Anzi, ora posso solo sperare che venga dimenticata da tutti". E almeno per il momento né il Csm né il procuratore generale di Firenze si sono fatti vivi con lui. "Non sono stato convocato. Ma se dovrò di nuovo essere ascoltato risponderei senza problemi come ho già fatto. Trovo che non ci siano ragioni per un trasferimento e men che mai per una sanzione disciplinare. Ho fatto sempre e solo il mio dovere nel rispetto delle leggi".