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Palazzi & potere

PRIMA PAGINA

Cresce il lavoro. Pensioni, intesa con i sindacati: uscita anticipata a 63 anni, via dal lavoro 3 anni e 7 mesi prima
 

Caprotti vuole vendere Esselunga. Anche Armani si prepara alla successione
 

La malattia di Hillary cambia la corsa alla Casa Bianca
 

Raggi, la scorta e il figlio. Dai proclami (di trasparenza) alla realtà
 

Dieci anni dalla scomparsa di Oriana Fallaci
 

Politica
 

Renzi prova ad aprire alla minoranza: «l’Italicum si può cambiare». Ma la fronda Pd non ci sta, muro dei bersaniani. Laura Cesaretti sul Giornale.
 

E dopo settimane di pressione, alla fine Virginia Raggi dà di matto: «giornalisti, mi fate pena». Si sente assediata ma – sottolinea tra gli altri il Messaggero con Mario Ajello – pesa il deficit di trasparenza. Si smarca il presidente del consiglio comunale De Vito: io la stampa la rispetto.
 

Caustico come sempre, anche Mattia Feltri sulla Stampa che scrive di «cliché dell’attacco ai cronisti».
 

Sempre sul Messaggero, intervista di Simone Canettieri alla contestata assessore all’ambiente, Paola Muraro: «Ho già offerto le mie dimissioni ma deciderà Virginia. Non sono un mostro. Il sindaco è una donna forte e determinata, sa come muoversi. Sono a disposizione dei pm. Nei miei confronti si è scatenato l’inferno. Il caos 5 stelle? Appena ho saputo dell’inchiesta l’ho comunicato». E ancora: «Cerroni lo avrò incontrato due volte in vita mia, penso che Fortini (ex amministratore Ama) lo abbia visto più di me».
 

Giorgio Velardi firma per il quotidiano La Notizia un pezzo che certifica come sia finita «nel pantano la norma attesa nei primi cento giorni di governo», ovvero il ddl sul conflitto d’interessi. «E le lobby ringraziano». Per Renzi e Boschi, sottolinea il giornalista, la riforma era una priorità ma il testo approvato alla Camera è sparito dai radar.
 

Sul Giornale, dopo il non luogo a procedere per 55 consiglieri accusati dal pm di peculato e truffa, Alessandro Sallusti fa me culpa per aver supportato la campagna di stampa antipolitica sugli scontrini che veniva mossa dalle procure e ha contribuito a spianare la strada ai successi del Movimento cinque stelle. Meglio tardi che mai.
 

Sul Corsera, il direttore Luciano Fontana concede un’apertura di credito a Stefano Parisi nel suo editoriale «La nuova identità dei moderati. Cosa serve al centrodestra»: «un’identità contro qualcuno ora non è più possibile». E ancora: «l’Italia ha bisogno di spirito d’impresa anche in politica, e questo Parisi è in grado di assicurarlo, ma soprattutto di un gruppo dirigente in sintonia con il diffuso disagio economico e sociale».
 

Esteri
 

Daniele Raineri sul Foglio ci informa che «l’Italia scommette su Tripoli e manda medici contro l’Isis in Libia. Oggi si discute l’invio di 200 parà e di personale per ospedali da campo a Misurata. Intanto i terminal continuano a essere occupati dagli uomini del generale Haftar». Qualcuno svegli Gentiloni.
 

Tregua in Siria. La Stampa dà voce alle parole del presidente Assad: «riconquisteremo tutto il territorio».
 

Piccola rivincita per Angela Merkel in Bassa Sassonia. La nota Repubblica: tiene bene la Cdu che arriva prima, mentre nella capitale della regione, Hannover, Spd e Verdi perdono la maggioranza dei seggi.
 

Massimo Gaggi sul Corsera ci spiega perché la segretezza è una malattia più grave della polmonite: «Con i suoi continui tentativi di nascondere i fatti, la candidata democratica Hillary Clinton alimenta quell’irritazione dell’opinione pubblica nei confronti dei politici tradizionali considerati cinici e bugiardi, che sta cambiando in profondità l’umore degli elettori anche in America».
 

Economia
 

Pensioni. Sul Sole 24 Ore, Giorgio Pogliotti scrive: «Non ci sarà alcun aumento della spesa pensionistica a carico delle future generazioni: è il messaggio del sottosegretario alla presidenza del consiglio, Tommaso Nannicini, intervenuto ieri sera a un convegno organizzato dal Foglio, dopo aver incontrato in mattinata i sindacati». E Cisl e Uil dicono: accordo vicino.
 

Giustizia
 

Il Mattino dedica spazio alla corsa a due per la procura di Napoli: Cafiero de Raho, attuale procuratore capo di Reggio Calabria, e Giovanni Melillo, capo di gabinetto del ministro Orlando. Ne scrive Viviana Lanza.
 

Giovanni Maria Jacobazzi sul Dubbio intervista il componente del Csm, Antonello Ardituro (Area): «Chi sceglie la politica non può tornare a giudicare». Intanto il giornale di Piero Sansonetti si scalda per l’iniziativa che a si svolgerà oggi a Roma (piazza di Spagna) coinvolgendo i consigli giudiziari e che vede a Roma numerosi esponenti del Csm, il ministro Orlando e altre figure chiave del mondo giustizia.
 

Sul Sole 24 Ore, Donatella Stasio scrive: «Processo penale, rinvio con fiducia: lo slittamento del ddl di riforma, per dare precedenza alla legge sull’editoria, sarà recuperato probabilmente con il voto di fiducia per superare i 400 emendamenti. Il governo non vuole che il voto definitivo arrivi a ridosso del referendum. I penalisti proclamano lo sciopero contro l’emendamento Gratteri».

 

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