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Palazzi & potere
PRIMA PAGINA

Tutto quello che c'è da sapere dai giornali di oggi

 

Renzi a Washington, da Obama l’endorsement sulle riforme

 

Voto dell’Unesco su Gerusalemme, è scontro con Israele

 

Inps, crollano le assunzioni e volano i licenziamenti

 

Manovra, la Ue prepara il richiamo

 

Berlusconi: «No a referendum e poi riforme condivise»

 

 

Esteri

Renzi in visita a Washington ottiene il sostegno alle riforme da parte del presidente Obama, secondo il quale «con il referendum ci sarà una spinta per l’economia». Sempre il presidente Usa: «Io tifo per Matteo, secondo me deve restare in politica comunque vada il referendum del 4 dicembre». Ne parla uno dei tanti inviati dei giornali italiani, Giuseppe Sarcina sul Corriere della Sera.

 

Secondo un retroscena di Paolo Mastrolilli sulla Stampa, all’incontro Obama avrebbe chiesto a Renzi uno sforzo maggiore dell’Italia in Libia: “Per il governo americano il Paese è ormai entrato nella «fase due»: «Bisogna sostenere Al-Sarraj con azioni militari ed economiche»”.

 

Su Repubblica Federico Rampini spiega le ragioni alla base del “trattamento speciale” riservato da Barack Obama al nostro presidente del Consiglio, ultimo leader straniero ad essere incontrato in una cena di Stato dal presidente americano uscente: “Brexit, sicurezza ed economia: la nuova Europa agita gli Usa, così si spiega la corte a Roma. I britannici fuori dalla Ue, il gelo con la Turchia, l’emergenza immigrati. Washington cerca nuovi equilibri nel Mediterraneo”.

 

Oggi a Berlino vertice tra Angela Merkel, Vladimir Putin, Francois Hollande e il leader ucraino Petro Poroshenko. Paolo Valentino sul Corsera: “Ufficialmente è un vertice sull’Ucraina, ma l’incontro sarà soprattutto un contatto ad alto livello sulla Siria. Merkel ha già messo le mani avanti, dicendo che «non si aspetta alcun miracolo» ed evocando la minaccia di nuove misure contro la Russia”.

 

L’Unesco ha ufficialmente adottato la risoluzione su Gerusalemme Est voluta dai Paesi arabi in cui si nega il legame millenario degli ebrei con la Città vecchia dove sorge il Muro del pianto e si indicano i luoghi santi solo con il nome arabo. L’Italia si è astenuta al voto. Roberto Toscano su Repubblica parla di “grave errore” dell’Unesco: “Gerusalemme è la città delle tre religioni, la risoluzione anti-Israele un favore agli estremisti”.

 

Sullo stesso tema Fiamma Nirenstein sul Giornale: “L’Onu violenta Israele. La risoluzione che è stata votata ci dice che le decisioni e le opinioni espresse dall’Onu e dai suoi succedanei su Israele sono pura menzogna, veleno distillato sui principi stessi della conoscenza, negazionismo pari a quello della negazione della Shoah, distruzionismo pari a quello dell’Isis su Palmira”.

 

Il Foglio annuncia una manifestazione, questo pomeriggio alle 15, di fronte alla sede dell’Unesco a Roma “per spiegare che cancellare la storia di Israele non è educazione, non è scienza, non è cultura: è semplicemente una Shoah culturale”.

 

 

Economia

Scatta l’allarme lavoro. Secondo i dati dell’Inps crollano le assunzioni a tempo indeterminato, mentre l’abolizione dell’articolo 18 contenuta nel Jobs Act ha fatto impennare il numero dei licenziamenti. Roberto Giovannini sulla Stampa: “Assunzioni giù, balzo dei licenziamenti. La fine degli incentivi fa tirare il freno alle imprese: tra gennaio e agosto contratti in calo dell’8,5%. Sale il numero di rapporti lavorativi cessati per giusta causa: +28%”.

 

Intervistato da Rosaria Amato su Repubblica, Pietro Ichino difende la riforma del governo: «Il Jobs Act continua a funzionare, le assunzioni superiori alle cessazioni. Se guardiamo all’ultimo biennio, al di là delle oscillazioni mensili, l’aumento dei dipendenti è stato di 604mila unità, di cui più di due terzi stabili».

 

Nel frattempo, però, secondo il giornale diretto da Mario Calabresi, l’Ue avrebbe pronta una lettera per richiamare l’Italia sulla legge di bilancio: “Roma ha solo una settimana per modificare il testo, nel mirino il deficit troppo alto e le entrate una tantum. Il 53,5 per cento delle nuove entrare deriva da sanatorie o dalla lotta all’evasione”.

 

L’Arabia Saudita lancerà oggi sui mercati il suo primo bond. Rodolfo Parietti sul Giornale: “L’Arabia Saudita in crisi chiede aiuto ai bond per trovare 15 miliardi. Con il crollo del petrolio casse vuote e welfare a rischio. Raid punta su turismo e finanza”.

 

Stefano Feltri sul Fatto Quotidiano: “Monte dei Paschi, la Borsa crede a Passera, americani in bilico. Il cda della banca discute per otto ore la possibilità di valutare il piano dell’ex ministro come alternativa a quello sostenuto dal governo Renzi. Il titolo ha perso l’88% in un anno, ma ieri è salito del 12,8%”.

 

 

Politica e dintorni

Dopo mesi di assenza, Silvio Berlusconi è tornato a parlare sui media in un’intervista al Tg5, dove ha ribadito il suo “no” alla riforma costituzionale: «No al referendum e poi una nuova riforma condivisa. La riforma rischia di consegnare l'Italia a un uomo solo e un solo partito». Per l’ex premier imprescindibili l’elezione diretta del capo dello Stato e il taglio dei parlamentari. Fabrizio de Feo sul Giornale.

 

Su Libero, Mariastella Gelmini intervistata da Tommaso Montesano: «Mi sento di tranquillizzare tutti, compreso Matteo Salvini: la presenza di Silvio Berlusconi sul fronte del No al referendum costituzionale c’è e ci sarà. Ma di uscire dall’euro non se ne parla».

 

Tra oggi e domani il Tar del Lazio si esprimerà sulla legittimità del quesito referendario. Antonello Cherchi e Donatella Stasio sul Sole 24 Ore: “Il referendum divide i giudici del Tar, sul tavolo anche lo spacchettamento. Se la pronuncia arrivasse domani potrebbe sovrapporsi a quella del Tribunale civile di Milano su un ricorso analogo”.

 

Su Repubblica Giovanna Casadio traccia una mappa di come sindaci e governatori voteranno al referendum: “Ecco come si schierano gli amministratori locali al referendum del 4 dicembre. Gli smarcamenti: Doria (Genova), Brugnaro (Venezia) e Zedda (Cagliari) non si esprimono”.

 

In un editoriale sulla Stampa, Giovanni Orsina spiega perché non è affatto improbabile che al referendum di dicembre prevalga il “no” e perché, comunque, sarebbe opportuno vincesse il “sì”: “E’ ovvio che, nell’attuale situazione di frammentazione politica, imporre il maggioritario significa compiere una forzatura notevole. Tuttavia, per quanto io mi sforzi, non riesco a vedere come la credibilità e l’efficienza della politica – nei tempi assai duri che ci aspettano – sarebbero mai ristabilite da un ritorno al proporzionale”.

 

Sull’Unità Fabrizio Rondolino critica Mario Monti, che ieri ha annunciato anche il suo “no” al referendum: “E’ un peccato che una persona seria e saggia come Monti, abituata a frequentare le università e i centri studi di mezzo mondo assai più che il sottoscala di Montecitorio, si allinei a Salvini e Grillo nell’eroica battaglia per la Renxit, prescindendo completamente dai contenuti della riforma”.

 

Sul Manifesto intervista di Daniela Preziosi a Stefano Rodotà: «La Costituzione ha unito il paese, adesso con Renzi invece ci dividerà». Per il professore il premier delegittima gli avversari e sovrappone la riforma con il suo governo, è il contrario dei Costituenti del ’47.

 

 

Giustizia

Depositate le motivazioni della sentenza con cui, lo scorso 18 luglio, il tribunale di Ivrea ha condannato i vertici della Olivetti – tra cui Carlo De Benedetti, il fratello Franco Debenedetti e l’ex ministro Corrado Passera – per il caso amianto: «Il talco con l’amianto eliminato in ritardo». Ottavia Giustetti su Repubblica.

 

Fedele Confalonieri e Pier Silvio Berlusconi sono stati assolti in Cassazione dall'accusa di frode fiscale nell'ambito del processo Mediatrade, vicenda che riguarda la compravendita dei diritti tv di Mediaset. I due erano stati assolti in primo grado ma condannati in appello. Mediaset: «Ristabilita la verità». Ne parla, fra gli altri, Andrea Biondi sul Sole 24 Ore.

 

Sul Dubbio intervista di Giulia Merlo a Giuseppe Di Lello, uno dei vice di Giovanni Falcone: «C’era un teorema: “La mafia non esiste”. Noi lo smontammo. Nessuno si accorse che Buscetta aveva cominciato a parlare. Si venne a sapere solo dopo perché ad un certo punto i boss si resero conto che era sparito nel nulla».

 

 

Media

Cinzia Meoni sul Giornale: “Netflix batte le stime ma in Italia non decolla. Nel terzo trimestre 3,5 milioni di nuovi utenti contro i 2,3 previsti. Boom a Wall Street: +19%. Nel Belpaese gli abbonamenti restano al palo per la concorrenza delle pay tv”.

 

Sul Corsera l’intervento di Paolo Conti: “La Rai, adesso che ha risolto il problema del canone, può provare a trovare la strada giusta per rinnovare il patto tra azienda e abbonati. C’è il bisogno di ritrovare una tv che racconti il Paese che cambia”.
 

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