Palazzi & potere
Rio 2016: la corsa a ostacoli del Brasile
Tra pochi giorni prenderà il via a Rio de Janeiro la XXXI edizione dei Giochi olimpici (5-21 agosto), durante i quali il Brasile tornerà ad essere al centro del mondo. Il paese si troverà ad affrontare questo evento tra molteplici difficoltà. Sempre nel mese di agosto, infatti, il Senato voterà sull’approvazione in via definitiva della procedura di destituzione di Dilma Rousseff dalla presidenza della repubblica, avviata lo scorso maggio a seguito delle accuse della magistratura di aver "ritoccato" i conti pubblici. La vicenda, scrive l'ISPI, rischia di cambiare ulteriormente il corso politico del paese, già attraversato da forti tensioni sociali – sfociate nei mesi scorsi in proteste di piazza anche a seguito degli scandali legati a Petrobras e Odebrecht, le principali aziende di stato – alle quali si aggiungono l’estesa crisi economica e la crescente allerta terrorismo, comprovata dalla recente affiliazione di un gruppo brasiliano alla causa globale jihadista. Il prossimo inquilino di Planalto, sia essa la Rousseff o l’attuale presidente ad interim Temer, sarà dunque chiamato a rispondere ad una serie di questioni di cruciale importanza: rilanciare la crescità, ma risanando le finanze pubbliche, attuare una decisa lotta alla corruzione e gettare le basi per una riforma condivisa del sistema politico. L’ennesima prova di maturità politica, economica e istituzionale per il Brasile e la sua immagine di eterno "paese del futuro".