Politica
"Papeete-bis di Salvini? No. Meloni ci caccia e va al voto". Ansia Lega
Il dietro le quinte in casa Lega in vista delle elezioni europee e gli scenari del post 8-9 giugno. Inside
Meloni pronta ad andare alle elezioni politiche a settembre da sola o con Forza Italia, ma senza Salvini. Addio autonomia regionale
"Salvini non farà mai cadere il governo, nemmeno se alle Europee scendiamo sotto Forza Italia. Semmai, sarà lei a cacciarci". Così una fonte ai massimi livelli del Carroccio spiega la strategia del vicepremier e ministro dei Trasporti e delle Infrastrutture dopo le indiscrezioni su un possibile Papeete-bis dopo le elezioni europee in caso di risultato deludente e inferiore a quello delle Politiche del 2022. In particolare, secondo quanto risulta ad Affaritaliani.it, le parole del viceministro alle Infrastrutture Edoardo Rixi di giovedì ("Se Meloni non cede, premierato è in bilico, in Veneto noi contro Fratelli d'Italia") non erano concordate con il segretario e per questo l'esponente ligure della Lega è stato redarguito fortemente dal leader.
La situazione - spiegano fonti di Via Bellerio - è completamente diversa da quella del 2019. Con Conte a Palazzo Chigi e Di Maio vicepremier era un'alleanza costruita dopo il voto e non scelta dai cittadini. Il Centrodestra unito, invece, è stato votato dalla maggioranza degli italiani. E una fonte leghista ai massimi livelli spiega: "Se facessimo cadere il governo diventeremmo i killer dell'esecutivo di Centrodestra e la gente non capirebbe. Alle prossime elezioni sarebbe un miracolo superare lo sbarramento del 3%. Questo Matteo lo sa bene e non ci sarà mai un Papeete-bis". Anche perché, elemento chiave per leggere la situazione politica, nel 2019 la Lega era in forte ascesa e passò dal 18% circa delle Politiche 2018 a oltre il 35% delle Europee. Oggi, stando ai sondaggi, il Carroccio è in calo, sui valori delle Politiche 2022 e rischia perfino di scendere sotto, superato perfino da Forza Italia orfana di Silvio Berlusconi.
Lo scenario che disegnano, anzi temono, in casa Lega è quello di un possibile successo oltre il 30% di Fratelli d'Italia l'8-9 giugno, trainato anche dalla quasi certa candidatura come capolista in tutta Italia della presidente del Consiglio, per poi salire al Quirinale e chiedere al presidente della Repubblica lo scioglimento delle Camere e il voto politico a settembre. Obiettivo - spiegano fonti leghiste - sarebbe quello di ottenere i pieni poteri, governare da sola o al massimo con Forza Italia - visti gli ottimi rapporti cementati nelle ultime settimane con Antonio Tajani e gli equilibri europei tra Popolari e Conservatori-Riformisti - mollando la Lega a un'inevitabile corsa solitaria (visto anche che in Europa il Carroccio è di fatto isolato per l'alleanza con Marine Le Pen e soprattutto con l'ultra destra tedesca di Afd).
In caso di vittoria, sull'onda dell'entusiasmo delle Europee, Meloni a Palazzo Chigi senza Lega accantonerebbe immediatamente il progetto di legge sull'autonomia differenziata accelerando sull'elezione diretta del presidente del Consiglio. Insomma, fonti leghiste ai massimi livelli consigliano di non inseguire le ipotesi un Papeete bis, piuttosto di una Meloni pronta ad andare al voto dopo l'estate - da sola o con Forza Italia - ma senza la Lega di Matteo Salvini. E a quel punto anche alle elezioni regionali del 2025 salterebbe il Centrodestra e il Carroccio sarebbe costretto a correre da solo. A partire dal Veneto, ma senza Luca Zaia visto che l'ok al terzo mandato per i presidenti di regione non arriverà mai da Fratelli d'Italia e Forza Italia.