Pd: "Alleanza con i 5 Stelle? Vediamo... Incerta la loro transizione interna"
Parla il senatore del Pd Dario Stefàno
Intervista di Affaritaliani.it a Dario Stefàno, presidente della Commissione Politiche europee di Palazzo Madama e senatore del Partito Democratico
Come valuta le difficoltà tra PD e M5S di trovare un'intesa per le elezioni comunali? Andrete divisi in quasi tutte le grandi città, Letta e Conte hanno sbagliato?
"Il M5S è impegnato in una fase di transizione, il cui esito appare ancora incerto. Forse si è dato troppo presto per definito un percorso che non era affatto scontato, e forse non si è nemmeno tenuto in giusto conto che le intese per le Amministrative sono solide solo quando si costruiscono e si siglano sui territori e non se si pensano a Roma".
Pensa che la strada verso un'alleanza organica con il M5S e Conte sia l'unica percorribile anche in vista delle elezioni politiche?
"Vale la risposta di prima, vediamo quale programma avrà il M5S di Conte, tra gli altri capitoli importanti, ad esempio, su riforma giustizia, semplificazioni e opere pubbliche, temi dirimenti anche in chiave attuazione PNRR. E poi c’è il tema della legge elettorale, un conto è il Rosatellum, un altro è un sistema proporzionale con soglia definita".
Se il PD dovesse perdere le Comunali, magari con una sconfitta di Gualtieri a Roma e/o Sala a Milano, Letta dovrebbe dimettersi per andare subito a un congresso che elegga un nuovo segretario?
"Terrei separati i livelli, i territori hanno le loro dinamiche che vanno rispettate. Quello che posso dire ora è che il Pd dovrà fare di tutto per sostenere i propri candidati nelle città, a cominciare da Gualtieri. Poi ad urne chiuse, al di là dei risultati, si dovrà discutere anche della prospettiva, ma terrei comunque fuori il tema della segretaria nazionale da quella discussione".
Ritiene che con Italia Viva e Matteo Renzi sia possibile costruire un'alleanza o le strade si separeranno?
"A ottobre si vota per le Amministrative, quindi questa domanda andrebbe forse più opportunamente rivolta ai segretari Pd di Milano, Napoli, Roma, Torino, Bologna. Io mi attengo alle regole generali e cioè che gli accordi si fanno sempre in due, ma anche alla regola non scritta che spesso vale in politica, ovvero del “mai dire mai”".
Che cosa pensa della proposta di Letta, stoppata dal premier Draghi, di tassare i più ricchi per finanziare una dote per i 18enni?
"Aspetto di leggere la proposta e non un’anticipazione per esprimermi. Certo, forse andava meglio e più organicamente riportata nella discussione sulla riforma complessiva del fisco, coinvolgendo preventivamente anche i gruppi parlamentari. Non mi stupisco però della reazione di Salvini, perennemente in campagna elettorale, come non mi stupisco dalla risposta del Presidente Draghi, che ha la necessità di provare sempre a fare sintesi in una coalizione non proprio omogenea".
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