Pd, Orfini contro il "Vietnam parlamentare". Caos sulle riforme - Affaritaliani.it

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Pd, Orfini contro il "Vietnam parlamentare". Caos sulle riforme

"Che alcuni senatori del mio partito minaccino il 'Vietnam parlamentare' contro il nostro governo a me pare incredibile. Ma forse sono strano io". Lo scrive su Twitter il presidente del Pd Matteo Orfini, con riferimento all'atteggiamento della minoranza Pd sulle riforme.
 
Un commento, quello di Orfini, che segue l'articolo di repubblica sulla crisi in casa Pd. Parlando della "resa dei conti" in Senato sul Ddl Boschi fra minoranza e maggioranza Pd, repubblica parlava di  "Vietnam parlamentare", un'epressione già stata utilizzata da alcuni esponenti della minoranza dem. E sulle divisioni nel partito il minisro delle Politiche agricole alimentari e forestali Maurizio Martina (Pd) dice: "Trovo assurdo evocare nel Pd scenari da 'Vietnam' al Senato sulle riforme. Mi domando davvero fino a che punto possiamo arrivare tenendo toni e linguaggi del genere. Faccio un appello accorato perché si fermi questo modo di animare il dibattito interno al Pd". E conclude:"I nostri elettori domandano unità e responsabilità".
 
Sul tavolo ci sarebbero una serie di emendamenti al Ddl Boschi, considerati un piano della task force anti renziana. Uno degli emendamenti della minoranza prevede il ritorno al Senato elettivo, come ha spiegato il senatore dem Miguel Gotor. Si punta a senatori a tempo pieno e non part-time. Dovrebbero essere scelti durante le elezioni Regionali, ma senza un listino deciso dalle segreterie dei partiti.
 
Fra gli emendamenti ce ne è uno che riguarda la scelta dei giudici costituzionali. Invece di farne eleggere cinque dal Parlamento in seduta comune, la minoranza chiede che due vengano scelti solo dal Senato. Un’altra proposta riguarda il Quirinale. L'obiettivo dei ribelli è allargare nuovamente la platea dei grandi elettori, affiancando ai 615 deputati e ai 100 senatori anche i sindaci delle duecento città più grandi d’Italia.
 
Sulla questione interviene anche Ernesto Carbone, della segreteria nazionale Pd.  "Leggiamo del progetto in solitaria di Gotor, che forse per il troppo caldo ha indossato per sbaglio gli abiti di Brunetta e di tutta l'opposizione, dimenticandosi di essere un senatore eletto dal Pd - ha detto Carbone - . Altro che trattare e discutere, qua si sta paventando una vera e propria imboscata. Un atteggiamento poco di sinistra e ancor meno democratico specie se si pensa che tutti gli organi dirigenziali del Pd, le assemblee di Camera e Senato hanno deciso di votare quanto il nostro senatore contesta. Capisco il tormento di Gotor nel voler restituire ai cittadini senatori eletti dal popolo, ma mi chiedo: quel tormento - che oggi lo muove contro il suo partito - dov'era quando, a differenza di altri, è stato eletto con listino bloccato al Senato?".