Pensioni, Lega: "Nel 2026 sospenderemo l'aumento dell'aspettativa di vita, Giorgetti d'accordo. Ricambio generazionale e flat tax per i giovani le parole d'ordine" - Affaritaliani.it

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Ultimo aggiornamento: 10:35

Pensioni, Lega: "Nel 2026 sospenderemo l'aumento dell'aspettativa di vita, Giorgetti d'accordo. Ricambio generazionale e flat tax per i giovani le parole d'ordine"

Il sottosegretario al Lavoro Claudio Durigon ad Affaritaliani

Di Alberto Maggi

"Il nostro sistema pensionistico è solido nei suoi macro numeri"


"Giorgetti ha sempre indicato la strada della possibilità della sospensione totale dell’aspettativa di vita, quindi andando già oltre ai due mesi già sterilizzati per il 2027. L'Odg presentato dalla Lega alla camera è stato rafforzativo per far esprimere il Parlamento sulle sue volontà. Però abbiamo visto l'ennesima demagogia della sinistra o, meglio, del campo largo". Lo afferma ad Affaritaliani Claudio Durigon, sottosegretario al Lavoro e Welfare e vice-segretario della Lega rispondendo alla domanda su quali siano gli obiettivi della Lega in campo previdenziale per il prossimo anno dopo che il ministro dell'Economia ha risposto "vedremo".

"Vorrei ricordare come nasce la norma dell’aspettativa di vita. La sua ratio nel 2008, quando fu inserita, era anche giusta perché all’epoca l'età pensionistica era 60 anni di età. Averla mantenuta con la riforma Fornero è stata una delle tante cose ingiuste che quella legge ha creato. E mi verrebbe voglia di dirlo a quelli che oggi fanno i paladini della demagogia, voi l’avete votata quella riforma e voi l’avete mantenuta in vita negli anni successivi. La Lega non l’ha votata e per giunta l’ha sospesa con la legge su Quota 100 nel 2019 per 6 anni! Ed ora continueremo la nostra battaglia politica per sospenderla nel 2027", spiega Durigon.

"Perché è così difficile fermare la legge iniqua istituita anche dal PD che oggi  fa il paladino del sistema pensionistico? Semplice, hanno costruito una riforma per fare cassa con il governo Monti, che ogni qual volta la si tocca è necessario trovare ingenti somme strutturali nel bilancio dello Stato. Lei mi chiede come dovremmo intervenire nei prossimi anni? Le provo a descrivere la situazione del presente e quella del futuro", sottolinea il sottosegretario del Carroccio.

"Intanto usciamo dalla demagogia che i conti dell’INPS sulla previdenza non siano sostenibili. Se si guardano i bilanci attuali è vero che la spesa pensionistica è di 320 miliardi lordi e le entrate hanno raggiunto un livello storico mai avuto di 286 miliardi. E questo dato letto semplicemente così dovrebbe inorridire, basta però evidenziare che di quei 320 miliardi indicati nel bilancio sono al lordo dei 66 miliardi circa che i pensionati pagano di IRPEF che quindi ritornano nelle casse dello Stato. Quindi possiamo dire che il nostro sistema pensionistico è solido nei suoi macro numeri", aggiunge ancora Durigon.

"E pensare che quando fu fatta la riforma Quota 100, alcuni economisti parlarono di sfascio dei conti pubblici, doveva costare nel triennio, ricordo secondo la Ragioneria di allora 19 miliardi invece arrivò a costare sui 12. Però torniamo a ciò che è stato fatto in questa Finanziaria, credo che passi in sordina una rivoluzione storica come Giorgetti ha detto nel suo discorso al Senato: il grande rafforzamento del secondo pilastro ovvero la previdenza completare", rimarca l'esponente leghista.

"Il fatto di aver inserito per i giovani l’obbligatorietà sarà la vera rivoluzione culturale per dare risposte ai futuri pensionati. Ricordo che con la legge Dini del 1996 il sistema contributivo del calcolo pensionistico da quella data in poi sarà prevalente, ed avremo quindi una curva di spesa pensionistica, come ci descrivono alcuni burocrati, che scenderà dal 2035 in poi, e chi gioisce di questo non ha capito che quando scenderà quella curva si avranno pensionati poveri in virtù che il sistema di calcolo dello stipendio pensionistico sarà prevalentemente contributivo. Ecco allora come Lega andiamo fieri di aver portato avanti questa riforma sulla previdenza complementare che fungerà da sostegno ai futuri pensionati", spiega Durigon.

Il sottosegretario al Lavoro e al Welfare torna poi sulla flessibilità in uscita, qual è la strada che l’Italia deve percorrere? "L’Italia ha tra le più alte età effettive di uscita dal lavoro: 64,4 anni contro una media europea che è 63,6 o addirittura per esempio in Francia a 62,6. Siamo il Paese con il più alto tasso occupazionale nella fascia età 55/64 anni con un dato di 23,6 come media e quella europea è 19,6. Ed abbiamo una ridottissima quota di giovani occupati: 4,6%, confronto al più del doppio che hanno Paesi come Francia e Germania. Abbiamo un record di occupati nella fascia over 50, addirittura il 40% della totale forza lavoro (negli ultimi 20 anni sono aumentati di 20 punti percentuali)".

"Questi dati ci devono indicare che se vogliamo essere protagonisti nel futuro del mondo del lavoro dobbiamo trovare formule di ricambio generazionale. Nonostante la disoccupazione giovanile in questi anni sia scesa, è ancora su percentuali alte e da lì dobbiamo attingere per dare forza ad un mercato del lavoro che sta cambiando velocemente. Le parole d’ordine devono essere nei prossimi mesi; ricambio generazionale e trattenere i nostri giovani in Italia con stipendi adeguati, ad esempio con la flat tax per i giovani", conclude Durigon.

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