Pensioni dopo Quota 100? Ecco come si andrà in pensione, brutte notizie - Affaritaliani.it

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Pensioni dopo Quota 100? Ecco come si andrà in pensione, brutte notizie

Pensioni, che cosa succede dopo la fine di Quota 100. Le ipotesi in campo

Che cosa accade con la fine di Quota 100? Quota 41 è una misura riservata unicamente ad un settore limitato di beneficiari, mentre i sindacati premono perché venga estesa a tutti i lavoratori.

Come ricorda Investire Oggi  al momento infatti Quota 41 è destinata a:

i cosiddetti lavoratori precoci, ovvero coloro che hanno maturato un minimo di 12 mesi di contributi in modo continuativo, prima del compimento del diciannovesimo anno di età e che abbiano maturato 41 anni di contributi;

i lavoratori che si trovano in stato disoccupazione successiva a licenziamento individuale o licenziamento collettivo, conseguente a a dimissioni per giusta causa;

i disabili che abbiano riconosciuto più del 74% di invalidità;

i caregiver che da almeno 6 mesi si occupino di un parente di primo grado affetto da disabilità grave;

la categoria dei lavoratori che hanno svolto per almeno sette anni nell’ultimo decennio abbiano svolto uno dei cosiddetti lavori usuranti.

i lavoratori che lavorano sotto turnazioni notturne, che siano addetti alla catena di montaggio o che siano autisti di bus con oltre 9 posti.

Nel nostro sistema pensionistico, inoltre, sono presenti altre forme di prepensionamento quali: APE sociale, Opzione Donna e Isopensione.

Per quanto riguarda Ape Sociale , più che una pensione vera e propria, questa formula consiste in un anticipo finanziario a garanzia pensionistica, ovvero un un prestito erogato per dodici mesi, con cadenza mensile, fino al raggiungimento del diritto di pensione di vecchiaia.

Questa formula spetta ai lavoratori che hanno compiuto almeno 63 anni e non percepiscono alcuna formula di pensione diretta.

Il richiedente deve rispondere ad una di queste categorie:

lavoratore in stato di disoccupazione a causa della conclusione del rapporto lavorativo, anche collettivo;

lavoratore che ha rassegnato dimissioni per giusta causa;

lavoratore ha firmato la risoluzione del contratto in forma consensuale;

lavoratore che ha maturato almeno 30 anni di contributi e ha ultimato da tre mensilità la prestazione per disoccupazione.

La sua validità è stata prorogata fino al 31 dicembre 2021 dalla Legge di Bilancio e può essere richiesta entro il 15 luglio 2021 o entro il 30 novembre 2021, se le risorse finanziarie saranno sufficienti all’erogazione.

Per ottenere l’Ape sociale il lavoratore deve aver compiuto almeno 63 anni di età e non deve percepire una pensione diretta né in Italia né all’estero.

Opzione Donna, come indicato dallo stesso nome, consiste nell’anticipo pensionistico per le lavoratrici che rispondono ai seguenti requisiti:

essere lavoratrici dipendenti e aver compiuto 57 anni di età e cumulato 35 anni di anzianità contributiva;

essere lavoratrici autonome e aver compiuto 58 anni di età e cumulato 35 anni di contributi.

Nel caso di richiesta della pensione con “opzione donna”, la lavoratrice subirà una penalizzazione, ovvero la pensione le verrà liquidata unicamente con la formula contributiva.

Infine, Isopensione è la formula pensionistica rivolta ai lavoratori che sono stati  interessati dalle eccedenze del personale per le aziende con più di quindici lavoratori.

In questo caso il valore della pensione è pari a quello della pensione maturata al momento della cessazione del rapporto di lavoro e la contribuzione è calcolata sulla base della media fatta per gli stipendi ricevuto durante gli ultimi due anni di attività.

fonte www.trend-online.com