Politica

Putin, cade il governo e Lega spaccata. Meloni scarica Salvini e va al voto

di Claudio Viganò

Le parole anti-Navalny della destra tedesca di Afd, alleata della Lega, mettono ancora più in imbarazzo la Lega

Non subito con la mozione di sfiducia presentata da Carlo Calenda contro il ministro e vicepremier Salvini, ma dopo le Europee

 

Il capo del partito di estrema destra tedesco Afd Timo Chrupulla - forza politica alleata della Lega al Parlamento europeo in Identità e Democrazia - ha condannato quella che ha definito "una sceneggiata" attorno alla morte dell'oppositore russo Alexei Navalny, sostenendo che è stata "sfruttata" per fini politici. "È davvero sorprendente che la prima cosa che Yulia Navalnaya fa dopo la morte di suo marito sia quella di parlare alla Conferenza sulla sicurezza di Monaco. Questo tipo di gestione scenica dovrebbe farci riflettere", ha detto Chrupulla definendo "insopportabile" il modo in cui Putin è stato accusato della morte di Navalny: "Si parla di omicidio anche se non si sa nulla". "Quando vedo la vedova di Navalny con Ursula von der Leyen, devi davvero chiederti: 'Chi trae vantaggio da una tale prestazione?' È ovvio che la morte di Navalny viene sfruttata", ha detto il leader Afd a Berlino, sostenendo indirettamente che la presidente della Commissione Ue abbia strumentalizzato la morte di Navalny per aumentare il proprio sostegno dopo aver appena lanciato la propria candidatura per la rielezione a Monaco. La posizione pro-Putin dell'Afd è ben documentata, anche se quella di Chrupalla sembra essere più marcata di molti altri. Lo scorso maggio, il leader di estrema destra si è attirato critiche dopo aver partecipato ad un ricevimento presso l'ambasciata russa.

Queste frasi - spiegano fonti autorevoli di Fratelli d'Italia e Forza Italia -, dalle quali nessun esponente della Lega ha preso le distanze, segnano un solco profondo. Matteo Salvini ha affermato che "la chiarezza sulla morte di Navalny la faranno giudici e medici" e quindi non ha condannato il Cremlino e lo zar di Mosca come hanno fatto in modo netto Giorgia Meloni e Antonio Tajani. Dopo le elezioni europee dell'8-9 giugno, con la ri-candidatura di Ursula von der Leyen alla presidenza della Commissione europea, si formerà nel Vecchio Continente un blocco occidentale, del quale faranno parte Fratelli d'Italia (che alla fine probabilmente dirà sì al  bis di Ursula) e ovviamente Forza Italia come parte del Ppe. Il Carroccio, con queste posizioni sulla Russia e l'alleanza confermata con Afd rischia di venire risucchiato nell'altro blocco, quello filo-putiniano. E nemmeno l'eventuale vittoria di Donald Trump negli Stati Uniti potrà modificare la situazione, anche se certamente ci sarà un minor sostegno Usa dell'Ucraina di Zelensky.

"L'unico che può far davvero cadere il governo e spaccare la Lega è Putin", spiega un alto dirigente di Fratelli d'Italia, anche se non subito. Non con la mozione di sfiducia di Carlo Calenda appoggiata anche da Pd e M5S. Si parla in prospettiva e dopo le elezioni europee dell'8-9 giugno. D'altronde per Meloni, presidente del G7, sarà difficile a medio-lungo termine la convivenza con un partito della sua coalizione e del suo governo che non si schiera apertamente con l'Occidente e contro Mosca. E quindi se non ci sarà un cambiamento di rotta netta della Lega e della sua dirigenza, a Roma e a Bruxelles, il governo potrebbe essere davvero in pericolo, spiegano sempre da FdI. Anche perché la premier ha bisogno di essere forte in Europa per trattare su tutti i fronti caldo e non può avere in casa una "quinta colonna", come definiscono la Lega in FdI. E quindi? Se la situazione dovesse precipitare, Meloni potrebbe rassegnare le dimissioni e andare subito al voto a settembre alleandosi solo con Forza Italia, e magari con Italia Viva di Matteo Renzi, ma non più con la Lega.

Non solo. Sempre secondo fonti di Fdi, il Carroccio rischia di spaccarsi sulla Russia. I Governatori Luca Zaia, Massimiliano Fedriga, Attilio Fontana così come il capogruppo alla Camera Riccardo Molinari e perfino il presidente della Camera Lorenzo Fontana (un tempo vicino a Mosca ma che ha radicalmente cambiato opinione) non sono affatto d'accordo con questa linea di non condanna totale di Putin e del suo regime per la morte di Navalny. E ovviamente anche il filo-americano Giancarlo Giorgetti, potente ministro dell'Economia, è su posizioni molto occidentali e profondamente anti-russe. In sostanza, stando alle fonti di Fratelli d'Italia, se non ci sarà un cambiamento netto nell'atteggiamento di Salvini e di altri dirigenti leghisti come ad esempio il vicesegretario Andrea Crippa e il capogruppo al Senato Massimiliano Romeo, il governo potrebbe implodere con Meloni che scarica la Lega (lacerata e vicina alla scissione) per andare alle elezioni politiche dopo l'estate.