Quagliariello: "Amnistia o indulto? Anche per il Cav"

Non si placano le polemiche sul messaggio con cui il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, ha invitato il Parlamento a valutare un indulto o un'amnistia per affrontare l'emergenza carceri. E sulle critiche durissime all'ipotesi arrivate da Matteo Renzi. A rendere ancora piu' duro lo scontro, la possibilita' che un provvedimento riguardi anche Silvio Berlusconi.
Il ministro Annamaria Cancellieri ha escluso che l'ex premier possa beneficiare di atti di clemenza, ma non e' dello stesso avviso Gaetano Quagliariello. "Penso che nessuno possa ritenere che una legge possa non essere applicata soltanto a un cittadino", ha sottolineato oggi il ministro delle riforme. Inevitabile che il dibattito sia letto anche in chiave elettoralistica. "Tutti sanno che in questa legislatura non vi sono le condizioni per approvare con i due terzi del Parlamento un provvedimento di amnistia. Tutti in realta' a partire dal Pd pensano alle elezioni e al migliore piazzamento possibile per affrontarle", ha assicurato Sandro Bondi.
E non e' secondario neppure il congresso del Pd ormai aperto. Molte le critiche arrivate a Renzi per avere invitato i partiti a "discutere del messaggio" di Napolitano ad avere, nel caso, la forza di dire anche dei no. Renzi ha chiarito a piu' riprese che il suo no a un'amnistia non e' solo nel merito, visto che la considera "diseducativa", ma anche nel metodo perche' serve una riforma strutturale. "Nessuna polemica contro il presidente della Repubblica ma e' un modo per prendere sul serio la problematica delle carcere", ha ribadito anche oggi.
Con il sindaco di Firenze si e' schierato Walter Veltroni. "Credo che Matteo abbia voluto dire una cosa ragionevole, che non possiamo affrontare la questione solo come amnistia e indulto come fece il governo Prodi perche' dopo sei anni siamo da capo a dodici", ha detto. Ma nel Pd le posizioni sono distinte. Il renziano Roberto Giachetti, per esempio, e' favorevole all'amnistia pur difendendo il sindaco dagli attacchi. Duro invece Gianni Cuperlo. Sui diritti umani, sulla dignita' delle persone, non si possono inseguire i sondaggi", ha ammonito, e' "una responsabilita' morale, prima che politica, della classe dirigente del Paese farsi carico della questione per come e' stata posta nel messaggio".
Anche Pier Ferdinando Casini ha bacchettato il sindaco di Firenze. "Non serve inseguire la demagogia", ha avvertito, "Renzi ha letto i sondaggi e ha visto quella che e' l'opinione diffusa degli italiani sul tema dell'amnistia". Una sponda a Renzi e' arrivata invece da Beppe Grillo: Napolitano "chieda al popolo cosa ne pensa" dell'amnistia, si legge sul blog del leader M5S.