Politica
Referendum lavoro e cittadinanza, l'annuncio di Nordio: "Non andrò a votare: è un diritto costituzionale"
L'annuncio del ministro della Giustizia Carlo Nordio che ha parlato con i cronisti a margine del festival de 'Il Foglio' a Venezia

Nordio: "Non andrò a votare per i referendum"
"Non andrò a votare. È un diritto costituzionale che non esprime un disinteresse verso l'istituzione, ma, al contrario, esprime una intenzione politica molto netta di evitare che queste leggi vengano cambiate". Così si è espresso il ministro della Giustizia Carlo Nordio, parlando con i cronisti a margine del festival de 'Il Foglio' a Venezia.
Il Dl Sicurezza "era necessario per tutelare innanzitutto coloro che si vedono occupata la casa, che magari hanno acquistato con grandi sacrifici, e se la trovano occupata in modo abusivo e illegittimo, senza riuscire a rientrare in possesso in tempi brevi. Poi ci sono tutele per i ceppi più deboli e soprattutto per le truffe agli anziani, e si tutelano le forza dell'ordine, arrivando anche alla possibilità di una loro difesa attraverso aiuti finanziari, perché sappiamo benissimo che un processo ha dei costi legali, e lo Stato se li assume". Lo ha detto il ministro della Giustizia, Carlo Nordio, parlando del dl sicurezza, a margine del festival del quotidiano 'Il Foglio' a Venezia. "Credo che siano tutte norme ispirate al buonsenso - ha aggiunto - Poi naturalmente la politica è fatta di dissensi, che sono tutti legittimi, come altrettanto legittimo, anzi doveroso, è che la maggioranza esprima la volontà popolare che gli è stata confermata con il mandato conferito dagli elettori.
"Il reato di femminicidio è stato introdotto per dare un segnale culturale". Lo ha puntualizzato a Venezia il ministro della Giustizia, Carlo Nordio, spiegando: "una cosa è ammazzare una persona per varie ragioni, il femminicidio invece è connotato dal principio che chi uccide non lo fa contro la persona, per interesse, magari per un'eredità, ma in quanto donna, manifestando così una 'superiorità', una prevaricazione nei confronti di questa persona in quanto appartenente ad un genere che tu ritieni inferiore". "Abbiamo voluto mandare un messaggio culturale - ha spiegato - e in questo modo la donna viene protetta in quanto tale". Il Guardasigilli si è detto d'accordo sull'importanza della prevenzione "che però passa anche attraverso l'educazione. Poi non si può aspettare dalla politica più di tanto; la stessa scuola arriva in ritardo quando si pretende da quest'ultima un insegnamento dí educazione ad hoc. Il rispetto dell'individuo, l'educazione, parte dal bambino nei primissimi anni di vita e in famiglia. E' dai genitori che viene il primo input al 'sotfware' di un bambino. Certo, serve la scuola, l'educazione civica e quella sessuale, della legalità, ma se non si insegna ad un bambino fin dal primo momento concetti basilari, di sensibilità per persone di sesso diverso, di etnia eccetera, quando interviene la scuola e' già tardi".