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Politica
Regionali: Puglia alla Lega, Campania a Fratelli d'Italia. Il piano di Salvini
Foto: LaPresse

Qual è l'identikit dei candidati nuovi che vorrebbe proporre alla presidenza della Campania e della Puglia? "Credibili, perbene, competenti. Vorrei delle facce nuove, capaci di aprirsi alla società civile". Sono arrivate inequivocabili le parole del leader della Lega, Matteo Salvini che, in una intervista al Corriere del Mezzogiorno, esce finalmente allo scoperto sul tema spinoso delle candidature per le Regionali di primavera. "Il problema - aggiunge l'ex ministro dell'Interno - non sono i nomi, nessun pregiudizio contro nessuno. Ma se si avvicinano persone nuove, in gamba, apprezzate da tutti, secondo me i partiti hanno il diritto e il dovere di coinvolgerle e aprirsi al futuro. Sia in Campania che in Puglia la gente vuole mandare a casa il Pd e aprire pagine davvero nuove".

Traduzione: i candidati in Puglia e in Campania non saranno Raffaele Fitto e Stefano Caldoro. A meno che non si arrivi davvero a una clamorosa e comunque "improbabilissima" (come almeno spiegano in Via Bellerio) rottura nella coalizione di Centrodestra. Il tavolo nazionale non è ancora stato fissato e gli unici due punti fermi sono le ricandidature di Luca Zaia in Veneto e di Giovanni Toti in Liguria. Nessun problema da parte del Carroccio anche per il deputato di Fratelli d'Italia Francesco Acquaroli che sarà quindi il candidato unitario nelle Marche con ottime possibilità di vittoria.

Domani, 19 febbraio, il Capitano è atteso per una due giorni in Puglia con i leghisti che lavorano giorno e notte per preparano una visita importantissima. Si sa che il segretario del Carroccio vuole la guida di una Regione del Mezzogiorno essendo ormai un partito nazionale (oggi si ferma alla Sardegna, che non è Sud). Alle Europee del 2019 la Lega in Puglia è stato il secondo partito con il 25,3% a un passo dal Movimento 5 Stelle, mentre in Campania le percentuali sono ancora più modeste. Ed è quindi ovvio che nei piani di Via Bellerio la prima Regione a guida leghista del Mezzogiorno deve essere la Puglia e non la Campania.

Non trova grandi conferme la voce che il candidato possa essere il re della pasta Francesco Divella junior, mentre crescono le possibilità che si vada su un leghista locale. In pole position ci sarebbe Nuccio Altieri di Conversano, Bari, ex fittiano che l'8 novembre del 2017 ha lasciato Direzione Italia per NoiconSalvini, movimento meridionale che poi è diventato la Lega nel Sud Italia. Quello di Altieri però non è l'unico nome in campo, anche se sembra difficile che la scelta possa ricadere sul parlamentare europeo Massimo Casanova, eletto nella circoscrizione meridionale e residente in Puglia, ma di origini romagnole (è il proprietario del Papeete Beach). Il ritornello in casa Lega infatti è che in Puglia serve un pugliese doc.

E in Campania? Pronto per Fratelli d'Italia, che perderebbe Fitto nella sfida con Michele Emiliano, la candidatura di Edmondo Cirielli, questore della Camera dal 2018 originario di Nocera Inferiore, Salerno. Sul suo nome la Lega non avrebbe alcun dubbio e il sostegno sarebbe convinto. Resta la Toscana, Regione più difficile per il Centrodestra, vista anche l'unità del Centrosinistra, ma non impossibile da espugnare, dove l'ipotesi è quella di un civico di area e il nome più probabile è quello del sindaco di Grosseto Antonfrancesco Vivarelli Colonna (che ha dalla sua il fatto di essere nato a Firenze, città che conta un terzo del totale degli elettori toscani).

In questo quadro 'leghista' resterebbe fuori Forza Italia, che perderebbe la candidatura di Caldoro in Campania (comunque stroncato da Mara Carfagna) senza una contropartita. A dire il vero, fanno notare in molti nel Carroccio, gli azzurri che nei sondaggi valgono intorno al 5-6% e che in Emilia Romagna si sono fermati attorno al 2,5, oggi guidano per quattro Regioni: Piemonte, Basilicata, Molise e Calabria. Mentre la Lega che vale sei volte tanto ha 'solamente' sei Regioni (Veneto, Lombardia, Friuli Venezia Giulia, Provincia Autonoma di Trento e Sardegna). Per non parlare di Fratelli d'Italia che sta al 10-11% nei sondaggi e che oggi ha soltanto il presidente della Regione Abruzzo. Viene quindi considerato normale e quasi ovvio che al prossimo giro, in primavera, i berlusconiani accettino questa soluzione senza un loro candidato di bandiera. Anche perché comunque ci sono le elezioni comunali da Nord a Sud in città piccoli, medie e grandi. E qualche 'compensazione' si può sempre trovare.

Smentita categoricamente l'indiscrezione circolata in questi giorni che Fratelli d'Italia possa lasciare la giunta della Regione Basilicata guidata dall'azzurro Vito Bardi e che al posto dei due consiglieri di Meloni entrino i rappresentanti di Italia Viva. Il rumor non ha trovato alcun riscontro.

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