Politica
Mattarella "irritato" da Renzi. Gelo tra il Colle e Palazzo Chigi

Di Alberto Maggi (@AlbertoMaggi74)
Non è il presidente del Consiglio che decide se e quando si va alle elezioni politiche anticipate. E' il pensiero del Capo dello Stato, Sergio Mattarella, dopo l'ultimatum di Matteo Renzi alle minoranze del Pd: se non passa l'Italicum o se viene modificato alla Camera il governo cade e si torna alle urne. Non a caso, durante le celebrazioni per il 25 Aprile a Milano, il Presidente ha auspicato una "convergenza tra i partiti". Esattamente quello che il segretario del Partito Democratico non vuole fare (e non sta facendo). Le forzature del premier, pronto a mettere una fiducia quadrupla sulla legge elettorale, e la sua minaccia di portare il Paese al voto, non sono piaciute affatto all'inquilino del Quirinale.
Gli sherpa del Colle hanno manifestato tutto il loro disappunto per le parole e le azioni di Renzi con i fedelissimi del capo dell'esecutivo. Mattarella ha precisato che in caso di dimissioni del presidente del Consiglio "le elezioni non sono automatiche" e soprattutto che "lo scioglimento del Parlamento è una prerogativa che spetta solo e soltanto al Capo dello Stato". Forse il leader dem credeva di potersi muovere liberamente con l'ex ministro della Dc al Colle. Ma così non è. Il Capo dello Stato ha fatto capire chiaramente di non essere un notaio e che il premier non può andare avanti a forzature. Per il momento si tratta di una "irritazione" di Mattarella, ben presto capiremo se ci saranno passi formali da parte del Quirinale. Non è escluso che il Presidente nei prossimi giorni chiami al Quirinale Renzi per un colloquio chiarificatore, durante il quale certamente i toni non sarebbero distesi.